One Piece 79, la recensione

Su One Piece 79 si conclude la saga di Dressrosa, e dopo aver approfondito il legame tra Rufy e Sabo, un nuovo potente avversario fa la sua comparsa

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Dopo 9 volumi si conclude con il numero 79 di One Piece la saga ambientata a Dressrosa. L'avvincente tankobon precedente aveva preparato il terreno per l'epilogo, preannunciando le ultime battute dello scontro tra Monkey D. Rufy e Doflamingo, in una corsa contro il tempo sancita dalla gabbia che continua a stringersi e rischia di sterminare la popolazione dell'isola. Il duello in realtà coinvolge anche molti altri personaggi, che permettono a Rufy di ricaricare le energie, in uno dei tipici epiloghi corali di Eiichiro Oda dove confluiscono tutti gli elementi della saga.

Dopo uno sviluppo più che buono in grado di ricordarci alcuni dei migliori archi narrativi del passato, negli ultimi capitoli di Dressrosa questa sensazione è un po' troppo forte, al punto da scadere nella ripetitività. Ci troviamo di fronte a una struttura già nota ai fan di One Piece e per la natura stessa dello shonen manga piratesco, è altamente improbabile che qualche lettore sia salito a bordo a metà della serie senza conoscere i cicli precedenti. Graficamente si può invece osservare il raggiungimento di un buon equilibrio nello stile di disegno, visto che l'autore fin dall'inizio del manga ha aumentato la quantità di dettagli inseriti in ogni tavola, arrivando anche a un eccesso che appesantiva il risultato generale e penalizzava la chiarezza di alcune sequenze; ora invece è riuscito a mantenere una ricchezza nel tratto, ma al contempo anche una stilizzazione utile alla comprensione dell'azione.

Come da tradizione, una volta conclusa una saga Oda fornisce ai lettori elementi importanti della macro-trama, accennando alcuni sviluppi degli equilibri tra le grandi potenze e svelando alcuni dei misteri che continua a portare avanti ormai da anni. L'elemento più interessante rimane il personaggio di Sabo, di cui vogliamo scoprire nuovi dettagli dopo il flashback che ci ha presentato questo fratello di Rufy e Ace; finora avevamo visto il personaggio adulto soltanto nel mezzo dell'azione, ma una volta terminata la battaglia l'autore può approfondirlo con più calma. I giochi di potere tra la Marina e il Governo Mondiale forse non sono sconvolgimenti sorprendenti come altre fasi simili, ma sono altre piccole tessere del mosaico che Oda sta componendo nel suo elaborato processo di world building.

Il capitolo conclusivo del volume è un primo spiraglio della saga successiva, in grado di catturare l'attenzione in poche pagine. Un cliffhanger sorprendente introduce quello che sarà il prossimo potente avversario da affrontare, un'ottima premessa che fa supporre il meglio per i prossimi numeri del manga. L'unica speranza è che Oda riesca a offrire abbastanza elementi di novità, perché nonostante la costante qualità della sua opera, la ripetitività e probabilmente l'unico difetto che inizia a far sentire il suo peso.

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