One Piece 73, la recensione
Recensione di One Piece 73, numero che conferma la voglia di Eichiiro Oda di continuare a raccontare e la sua capacità di uscire dalle situazioni stagnanti
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
I Mugiwara sono ancora dispersi per l'insidiosa isola di Dressrosa, governata dal pirata della Flotta dei Sette Donquijote Do Flamingo. Il piano dell'alleato Trafalgar Law per sconfiggerlo, minarne le basi del potere e dare il via a una serie di eventi che dovrebbero portare la sua ciurma e quella di Cappello di Paglia a scontrarsi con Kaido, uno dei Quattro Imperatori, non sta andando proprio secondo le previsioni. Ci sono molti misteri da svelare a Dressrosa: vecchi sovrani creduti traditori che si rivelano vittime di inganni e manipolazioni, popoli di folletti in cerca di vendetta, soldati, eroi, pirati e guerrieri che possono rappresentare una minaccia per Donquijote trasformati in giocattoli e cancellati dalla memoria della gente. L'isola è una colossale menzogna e sappiamo quanto Rufy e compagni, campioni della genuinità, amino le bugie di Usop ma detestino le menzogne. Rufy è ancora impegnato nell'arena, a combattere per cercare di recuperare il frutto Foco Foco che fu di suo fratello Ace, ma i suoi compagni hanno decisamente bisogno di lui, là fuori, perché Do Flamingo sarebbe già una minaccia sufficiente, ma al suo fianco c'è persino il nuovo ammiraglio della Marina. Ecco perché l'arrivo inaspettato di un valido sostituto nel torneo che assegnerà il Foco Foco è quantomai opportuno.