One day all this will be yours, la recensione
Il film restituisce con tenerezza e simpatia le dinamiche di una famiglia, evitando la retorica buonista che sembrava puntare in pieno
La recensione di One day all this will be yours, presentato alla Festa del cinema di Roma 2023
Intervallato da visioni di un misterioso bambino e animato dall’esternazione della coscienza di Lisa tramite oggetti/cose che le parlano e cantano (un gamberetto, la schiuma della vasca, un disegno), One day all this will be yours rischia sempre la deriva cringe pur non cadendoci mai, poiché è talmente simpatico (non certo esilarante, ma piacevole) e scritto con fluida leggerezza da essere sempre preciso e coerente nel suo tono specifico.
Quello che è in gioco è insomma uno stile di vita e oltre, ed è proprio l’immersione nella dimensione rurale, con annessi personaggi pittoreschi, ciò che davvero diverte e interessa di One day all this will be yours. Lisa è un personaggio quasi al limite dell’antipatia involontaria, eppure Andreas Öhman riesce sempre a trovare il difficile equilibrio tra la presentazione delle sue caratteristiche (l’arco di trasformazione in sé, l’interpretazione calcata di Karin Franz Körlof) e il suo contenimento tramite certe accortezze (calandola molto nei contesti sociali, facendola scontrare con le contingenze e lasciandola poco sola in scena).
One day all this will be yours è un film che riflette tramite l’ironia ma che sa anche sorprendere abbastanza nelle svolte particolari che intraprende. Il film non scava certo a fondo in tutto ciò che propone, ma il suo scalfire con leggerezza la superficie delle cose restituisce comunque con tenerezza e simpatia le dinamiche di una famiglia, evitando con un sorprendente slalom drammaturgico la retorica buonista che sembrava puntare in pieno. Una storia di buon cuore che, per quanto imperfetta, sa farsi volere bene.
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