Once Upon a Time 2x10 "The Cricket Game": la recensione

Dopo la pausa ritorna Once Upon a Time, con i suoi pregi e difetti, e con una grandiosa Lana Parrilla nei panni di Regina...

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Dopo un mese di assenza è bello ritornare alle atmosfere familiari di Storybrooke, alle sue sempre più estese relazioni parentali (siamo lontani dal fare concorrenza a Game of Thrones, ma la strada è quella buona), ai suoi buoni fin troppo buoni, ai suoi cattivi fin troppo cattivi e soprattutto a quei pochi meravigliosi personaggi al confine tra i due schieramenti che ci fanno gioire semplicemente alla scoperta di una puntata a loro dedicata. Once Upon a Time ritorna, con i suoi pregi e difetti, con una buona puntata che ha nella fantastica interpretazione di Lana Parrilla la sua punta di diamante.

The Cricket Game si assume l'importante compito di mischiare ancora una volta le carte per ricreare un nuovo equilibrio che, presumibilmente, ci accompagnerà fino alla fine della stagione. Concludendosi infatti con il mid-season finale la parentesi che vedeva Biancaneve e Emma imprigionate a Fairyland, ora l'azione principale torna a svolgersi nella cittadina del Maine, con il ritorno delle due a casa e l'ennesimo "ritrovamento" tra Charming e Snow, e con l'ombra minacciosa di Cora e Uncino che si avvicina. Il titolo della puntata – che nulla ha a che vedere con la famosa sequenza di Alice nel Paese delle Meraviglie – gioca tutto sull'accezione di "cricket" nel suo duplice significato di grillo/correttezza. Da un lato il grillo/Archie dunque, la cui uccisione mette in moto gli eventi della puntata, dall'altro il tema della lealtà e il consolidamento del tentativo di Regina di voltare finalmente pagina. A metterle i bastoni fra le ruote è Cora che, assunte le sue sembianze, inscena la morte di Archie (in realtà l'uomo viene semplicemente rapito, come scopriamo alla fine) per far ricadere tutta la colpa su di lei. Nascondendosi ancora una volta dietro la presunta "protezione" che vorrebbe dare alla figlia (Uncino ironicamente la definisce mom of the year) Cora sottrae ancora una volta a Regina qualunque aspettativa di felicità e riconciliazione con Emma e gli altri.

Il personaggio di Regina/Evil Queen è indubbiamente il migliore della serie. Nemmeno Rumple, che pure ha avuto a suo favore forse i migliori flashback in assoluto, può competere con il percorso di perdita, autodistruzione e sofferenza del personaggio di Lana Parrilla. Nei tanti anni sprecati a coltivare l'odio dentro di sè, Regina non è comunque mai riuscita a compiere il passo finale verso il totale annullamento della ragazza che era. Ciò grazie a delle figure che in ogni momento della sua vita, che lei se ne accorgesse o meno, hanno vegliato su di lei e non hanno mai rinunciato a salvarla. Su tutte la bella e tragica figura di suo padre Henry, la stessa Biancaneve, che più di una volta le ha risparmiato la vita, Emma, l'unica persona a crederle in questo episodio, nonostante i trascorsi, e infine quello che lei sente ancora come "suo" figlio. Da Henry a Henry, una serie di personaggi spesso fin troppo buoni per essere veri, ma che al tempo stesso hanno il merito di far risaltare ancora di più il dramma di Regina.

Per il resto Once Upon a Time presenta le solite, inevitabili ingenuità a livello di scrittura: dalle scomparse/uccisioni di due persone (il pescatore e l'uomo scelto per sostituire Archie) delle quali nessuno sembra accorgersi, al lettone a casa di Snow che si materializza davanti alla porta al solo scopo di creare una situazione imbarazzante, al pratico acchiappasogni/acchiappa-ricordi-di-cane di Gold uscito fuori dal nulla. Poca roba comunque in una puntata nel complesso soddisfacente. Menzione d'onore, infine, alla frase della puntata, pronunciata da Regina ad Archie: "Need I remind you, you got your Ph.D from a curse?"

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