Once Upon a Time 1×01, “Pilot”: il commento
Simile a Lost nei presupposti, ma orientata verso un immaginario povero e involontariamente ridicolo, la nuova serie di Lindelof delude...
Il primo è una delle due menti dietro Lost (quelle vere, che hanno portato avanti tutto il progetto e non solo girato il pilota), gli altri sono due tra i molti sceneggiatori che hanno contribuito alle 6 stagioni della serie più popolare degli ultimi 10 anni. Sono loro i responsabili di Once upon a time, nuovo progetto ABC che andrà in onda il 23 ottobre in America e da noi è stato mostrato in anteprima (ma solo il pilota!) al RomaFictionFest. Una serie televisiva centrata sui personaggi del mondo delle favole intrappolati per una maledizione nel mondo moderno e più precisamente in una cittadina del Maine. E no, la serie non è comica.
A fronte di una serie di elementi cardinali che si capisce venire dritti da Lost la nuova serie manca totalmente di un approccio serio. Non siamo lontani dall’isola: i personaggi delle favole sono intrappolati in un luogo concreto che però ha dei vincoli sovrannaturali e non consente l’uscita a nessuno, una nube nera invocata dalla strega malvagia porta la maledizione ed elementi ricorrenti quali mele, carte di cuori e via dicendo ritornano spesso (e siamo solo al pilota!). Ma pure lo schema di Lost si rivela perdente di fronte ad una realizzazione non all’altezza.
Nella migliore delle aspettative questa sinossi poteva portare ad un prodotto ambiguo, capace di guardare al mondo delle favole con intelligenza, facendo riferimenti audaci e tenendo la metafora molto lontana dal racconto. Una traduzione simile a quella fatta in True Blood con i racconti di vampiri. La scelta invece è stata di far fare ai personaggi la replica del ruolo che avrebbero nelle favole aggiungendo un maligno Robert Carlyle, come l’unico carattere che nel passaggio tra i due regni ha mantenuto la memoria degli eventi.
Talenti sprecati.