On the Rocks, la recensione

Un padre e una figlia investigano sull'infedeltà del marito di lei, così On the Rocks ci inganna e ci porta a capire un rapporto strano e a suo modo tenero

Critico e giornalista cinematografico


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Il nome dell’autore può essere il miglior volano pubblicitario per un film come un peso, un’etichetta che impedisce al film di trovare la sua strada. L’impressione è che con On The Rocks sia più il secondo caso. Questo film di Sofia Coppola distribuito tramite AppleTv+ non ha niente di ponderoso e tutto di semplice, leggero e rapido. Un film piccolo su una storia piccola e dalla scarsa importanza, che proprio per questo riesce a essere molto più efficace dei suoi simili. Il merito non è solo della fattura, ma della maniera in cui tutto quel che d’importante accade non avviene tramite le parole ma con i luoghi e gli sguardi. Tutto il lavoro è appaltato a noi e non smazzato dai dialoghi.

Nella storia una donna che vive con marito e due figli (una di quelle coppie che ha attaccato sulla porta di casa l’adesivo Bernie 2016, cioè che vota Bernie Sanders e vuole farlo sapere a tutti) inizia a sospettare di essere tradita. Quando il padre che vede poco e che ha sempre fatto una vita indipendente la viene a trovare, scopre la cosa e la spinge ad investigare insieme. Lui ovviamente la prenderà come un’occasione per viaggiare e uscire la sera con la figlia, dimostrandole affetto nell’unico modo che conosce, corteggiandola come fosse una sua fiamma.
Parliamo ovviamente di famiglie ricche, della New York dei quartieri alti, di una scrittrice e un imprenditore da new economy, parliamo cioè di un mondo da Sofia Coppola. Sia chiaro.

La distanza con qualsiasi altra commedia leggera On The Rocks la segna subito quando ci fa capire il sospetto d’infedeltà senza dirlo, solo dal modo in cui Rashida Jones lo recita, da come le altre donne che conoscono il marito la guardano e come lei guardi lui. Di momento in momento è chiaro che è arrivato quel sospetto e iniziamo anche noi a vedere tutto come lei, come un’ulteriore conferma. Ma è solo l’entrata in scena (trionfale ovviamente) di Bill Murray, il padre, che fa giungere il film al suo cuore caldissimo.

Facile pensare a Lost in Translation ma quello era un film freddo in cui si facevano strada sentimenti mai raccontati dal cinema, questo è invece da subito un film molto tenero e accogliente. Lì c’era una situazione eccezionale e strana, un momento che capita una volta nella vita, mentre qui è tutto molto ordinario, potrebbe essere qualcosa che è già capitato o ricapiterà. Infine ad essere in ballo non sono tanto i sentimenti complessi e indecifrabili di due persone ma un rapporto durato una vita. L’infedeltà è l’esca, il rapporto padre/figlia il pesce.

New York, i suoi locali sciorinati e visitati, le auto sportive e la vita da quartieri alti come fossimo in un film di Woody Allen sono una delle molte armi di On The Rocks per permettere a questi due protagonisti, un padre e una figlia, di interagire facendoci capire come mai hanno sempre interagito poco. Troppo vitale e irrefrenabile lui, troppo donnaiolo e incontenibile per essere un padre. Sembra potente ma si rivela facilmente debole. E proprio per questo, quando sarà evidente che la passione per quest’investigazione è solo un modo per portare la figlia nel suo mondo di stravaganze e vita alla giornata, e così finalmente averci un rapporto alle sue condizioni, On The Rocks dispiega tutte le sue carte e si rivela una piccola gemma che non vuole mai essere grande. Anzi.

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