Omicidio a Easttown: la recensione

Sorretta da memorabile performance di Kate Winslet, Omicidio a Easttown è costruita con attenzione ed è in grado di tenere alta l'attenzione fino agli ultimi minuti

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Omicidio a Easttown: la recensione

Omicidio a Easttown, la nuova serie disponibile su Sky e NOW dal 9 giugno, sfrutta nel migliore dei modi un cast in stato di grazie e il talento degli artisti coinvolti dietro e la macchina da presa per proporre un racconto ricco di tensione e svolte, ma in cui sono i drammi umani, e non i crimini piccoli e grandi compiuti dai protagonisti, a sostenere la storia.

A interpretare la protagonista è Kate Winslet che si è calata senza riserve e filtri nel ruolo di Mare Sheehan, la detective determinata e scontrosa che, un anno dopo la misteriosa scomparsa della figlia di una sua ex compagna del liceo, deve ora indagare sull'omicidio di una teenager ragazza madre. Il nuovo caso obbliga la donna, diventata da giovane una celebrità locale grazie a un tiro da record durante una partita di basket, a fare i conti con i segreti delle persone che la circondano, anche quelli insospettabili tra le presenze essenziali nella sua vita.
Mare ha divorziato dal marito Frank (David Denman), che vive poco distante dalla casa in cui lei vive con l'irriverente madre Helen (Jean Smart), la figlia adolescente Siobhan (Angourie Rice), e il nipote Drew di cui si occupa dopo il drammatico suicidio del figlio Kevin (Cody Kostro). La detective non ha ancora superato il lutto e lotta contro i conti con sensi di colpa e un carattere introverso che la porta a non condividere con gli altri ciò che prova, preferendo concentrarsi totalmente sul lavoro. A starle accanto c'è la migliore amica Lori (Julianne Nicholson), sposata con John (Joe Tippet) e madre dei giovanissimi Ryan (Cameron Mann) e Moira (Kassie Mundhenk). Mare, inoltre, può contare sul rispetto e la comprensione del suo capo, l'agente Carter (John Douglas Thompson). La morte della teenager Erin (Cailee Spaeny) fa arrivare in città il detective Colin Zabel (Evan Peters) che, nonostante i bruschi comportamenti della collega, si avvicina a lei mentre Mare inizia inoltre a frequentare lo scrittore Richard Ryan (Guy Pearce) e la sua vita privata si complica ulteriormente a causa del tentativo della madre di Drew, Carrie (Sosie Bacon), di ottenere l'affidamento del bambino. Le indagini della detective sconvolgeranno per sempre la città di Easttown, situata nei sobborghi di Philadelphia, e i suoi abitanti.

La serie creata da Brad Ingelsby (Tornare a vincere), e diretta da Craig Zobel (The Leftovers), riprende con intelligenza lo spunto narrativo dell'omicidio avvenuto in una comunità molto unita che svela il lato più oscuro delle persone costruendo però una struttura narrativa coinvolgente e intrigante che mantiene alta l'attenzione fino all'ultimo episodio.

La sceneggiatura ha indubbiamente dei passaggi poco credibili e leggermente sopra le righe per quanto riguarda l'evoluzione dell'indagine, tuttavia ha il suo incredibile punto di forza nella cura con cui vengono delineati i personaggi principali dando vita a delle figure complesse, profondamente umane nei loro tanti difetti e nei tentativi di affrontare i problemi, che compiono errori e soffrono, mantenendo in ogni momento la propria dignità. A permettere di superare i difetti degli script è il cast di altissimo livello guidato da una straordinaria Kate Winslet che regala una delle sue migliori interpretazioni con la detective che conosce tutti gli abitanti della sua città e si occupa di chiunque, ma non di se stessa. L'attrice ha costruito il personaggio di Mare curandone ogni dettaglio ed espressione, riuscendo così a proporre una donna molto distante dall'idea di un'eroina, piena di dilemmi interiori e scelte sbagliate. Seguire i sette episodi di cui è composta la miniserie, anche se non è escluso un ritorno, trasporta gli spettatori nella vita e nella mente di una donna comune che ha nel proprio passato molte sconfitte e rimpianti, ma nonostante tutto riesce ad andare avanti. La scelta degli interpreti si è rivelata però vincente sotto ogni punto di vista. Jean Smart è straordinaria nel ruolo della madre di Mare che equilibra un'incredibile sensibilità con i nipoti e sa tenere testa alla figlia, dando vita ad alcuni dei momenti più esilaranti dello show quando si scoprono i segreti di Helen ed emozionanti nel momento in cui si mette in primo piano la fragilità del suo personaggio. Julianne Nicholson si candida a un ruolo da assoluta protagonista nella stagione dei premi televisivi grazie alla sua interpretazione di Lori, così misurata e al tempo stesso straziante. Tra le interpreti femminili è però davvero difficile trovare un'interprete che non superi le aspettative: da Sosie Bacon, che tratteggia in modo assolutamente convincente il ruolo di una giovane che cerca di uscire dalle proprie dipendenze, ad Angourie Rice che porta in scena una teenager che sta scoprendo la propria identità e sessualità mentre cerca di affrontare i traumi che hanno segnato la sua giovinezza, ma non si possono nemmeno dimenticare le performance di Enid Graham, con l'intensa parte di una madre alla ricerca della verità riguardante quanto accaduto alla figlia, Kassie Mundhenk con la figura di una ragazza dall'animo buono che è costretta in prima persona ad affrontare il peso del bullismo, Chinasa Ogbuagu pur con un ruolo molto limitato, e l'indimenticabile Phyllis Somerville nella parte di Betty.

I protagonisti della serie, nonostante i personaggi maschili non siano del tutto all'altezza delle incredibili presenze femminili, sostengono in modo essenziale la struttura narrativa e colpisce che una star del calibro di Guy Pearce sia presente con una parte quasi secondaria ma davvero utile per mostrare un altro lato di Mare e contribuire alla sua evoluzione, mentre Evan Peters sottolinea poi bene ogni sfumatura del suo giovane detective e assistere all'evoluzione del rapporto tra Colin e Mare è uno degli elementi più interessanti e significativi.

Uno degli aspetti vincenti del progetto è inoltre la capacità di costruire un'atmosfera ben equilibrata tra luci e ombre, tra rabbia giovanile e frustrazione degli adulti, tra speranza di un futuro migliore e triste consapevolezza che il proprio destino è segnato, creando così un contesto che appare realistico anche nei momenti inseriti per enfatizzare l'impatto emotivo e creare dei cliffhanger. Il confronto, apparso più volte durante la messa in onda sugli schermi americani, con True Detective è comprensibile ma Omicidio a Easttown è un'opera che sa distinguersi in positivo grazie all'innegabile talento di tutte le persone coinvolte davanti e dietro la telecamera che hanno costruito un mondo in cui i due crimini diventano un espediente per affrontare tematiche sociali rilevanti e che fanno riflettere.
Kate Winslet è la colonna portante della miniserie e, arrivati al termine delle montagne russe emotive causate dalla visione, diventa quasi impossibile non provare un grande affetto nei confronti della sua Mare, così totalmente imperfetta, e un'enorme ammirazione per la bravura di un'attrice che ha dato vita sullo schermo a una donna molto lontana dalle tante eroine stereotipate proposte sul grande e piccolo schermo.

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