Omega Men vol. 1, la recensione
Abbiamo recensito per voi il primo volume di Omega Men, opera di Tom King e Barnaby Bagenda edita da RW-Lion
La storia vede la Lanterna Bianca, Kyle Rayner, recarsi nel Sistema di Vega (storicamente precluso alle Lanterne, una sorta di "zona franca" che si amministra da sé dell'Universo DC) per fare da mediatore in una situazione socio-politica che ha oramai raggiunto un punto di rottura drammatico, con le forze governative della Cittadella che non riescono più ad amministrare i pianeti sotto il loro comando a causa delle continue e sanguinose azioni terroristiche perpetuate da un gruppo di ribelli noti solamente come Omega Men. Kyle, che dovrà rinunciare al suo Anello del Potere, cosa che lo rende a tutti gli effetti un comune mortale, si troverà proverbialmente tra l'incudine e il martello all'alba di quella che potrebbe presto trasformarsi in una guerra civile senza confini, in grado di annientare un intero sistema intergalattico. La Lanterna Bianca dovrà dunque prendere una decisione, scegliendo con chi schierarsi in una guerra nella quale è quasi impossibile capire chi sono i "buoni" e chi i "cattivi" (sempre ammesso che vi siano), ben conscio che dalla sua scelta potrebbe dipendere il destino di miliardi di esseri viventi.
King, che ricordiamo essere stato un agente operativo della C.I.A. della sezione anti-terrorismo dell'agenzia (con all'attivo alcune missioni in Medioriente) prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura in prosa prima (con scarso successo) e a fumetti poi (con grande successo), confeziona una storia avvincente ed equilibrata, che strizza l'occhio ai classici del passato portandoli nel futuro, rendendoli così moderni da permettere al lettore di identificare facilmente il loro "ruolo" in quella che è sostanzialmente una grande metafora "in chiave space opera" del mondo nel quale viviamo. I grandi meriti dello sceneggiatore sono due: il primo quello di essere un vero e proprio nerd, amante della Nona Arte e in possesso di grande conoscenza della materia (onestamente, molti di voi non avranno mai letto né sentito parlare degli Omega Men prima di questa miniserie), mentre il secondo è quello di aver acquisito, per mezzo di esperienze sul campo, una grande consapevolezza in materia di terrorismo e di guerra a questo. In Omega Men, infatti, non ci sono eroi (eccezion fatta per Kyle Rayner), ma solo esseri viventi nati e cresciuti in un contesto distopico e violento, e da questo inesorabilmente cambiati: in questa storia, ogni pedina sulla scacchiera crede in quello che fa, nella giustezza della propria causa, ed è pronto a superare qualsiasi limite per avere la meglio. Gli Omega Men, infatti, sono veri e propri terroristi, disposti a sporcarsi le mani di sangue (anche di innocenti) per sconfiggere la Cittadella capeggiata dal Viceré, e vengono raccontati (meravigliosamente) per quello che sono, senza mitizzazione alcuna, all'insegna del detto, quanto mai vero, che la violenza genera solo altra violenza, e che spesso chi odia qualcosa con tutto se stesso non si accorge di diventare quella stessa cosa. Il ruolo chiave nelle dinamiche della narrazione è proprio quello di Kyle, cartina tornasole della storia, e il fatto che perda l'Anello e il "bianco" del suo potere, indossando un costume di tonalità più scure, ha una funzione altamente simbolica, in questo senso. In una situazione in un certo senso simile a quella della prima e originale trilogia di Star Wars, nella quale abbiamo un Impero che impone l'ordine con metodi fascisti, i ribelli che vi si oppongono non si muovono in nessun "lato chiaro della Forza", e per questo risultano davvero reali.
In conclusione, Omega Men è di sicuro una delle novità DC Comics più notevoli dell'era pre-Rebirth, ed è una storia in grado di catturare l'attenzione di qualsiasi tipologia di lettore di fumetti, anche di coloro che non hanno alcuna affezione per i supereroi.