Odissea cosmica, la recensione

Pur con alcuni elementi di sceneggiatura e dialoghi tipici del periodo in cui venne pubblicata, Odissea cosmica rimane ancora oggi una storia dal forte impatto

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Se con Crisi sulle Terre infinite abbiamo visto la morte del multiverso e la nascita di un nuovo Universo supereroistico, in Legends abbiamo visto il primo tributo a questo nuovo mondo nato dalle ceneri del precedente, in una saga di ambientazione terrestre. Ma la DC Comics, nei suoi decenni di storia editoriale, ha sviluppato anche una cosmogonia di tutto rispetto, forgiata in primo luogo da Jack Kirby nelle testate che collettivamente rappresentano la cosiddetta Saga del Quarto Mondo. Nel 1988, questa storia viene celebrata da una miniserie in quattro parti, Cosmic Odissey (Odissea cosmica), scritta da Jim Starlin e disegnata da Mike Mignola.

Darkseid ritrova Metron in stato semi-catatonico: quest'ultimo, alla continua ricerca di conoscenza, è giunto fino alla dimensione di origine dell'Equazione Anti-Vita, la quale si è rivelata un'entità senziente. Per via di questo, quattro suoi frammenti hanno oltrepassato le barriere dimensionali e si sono dispersi nell'universo, con l'intenzione di far detonare una bomba di antimateria capace di far collassare la Via Lattea e liberare l’entità dalla sua prigione dimensionale. Ben sapendo di non poter fermare questa terribile minaccia da solo, Darkseid è costretto a chiedere l'aiuto di Altopadre, Orion e di alcuni eroi terrestri, tra cui Superman, Batman e John Stewart. Ma ci si può davvero fidare del diavolo?

"Odissea cosmica rimane ancora oggi una storia dal forte impatto."Se parliamo di saghe cosmiche, il nome di Jim Starlin è certamente uno dei primi che ci viene in mente. All'epoca in cui questa storia venne pubblicata, il suo compito principale alla DC Comics era scrivere le testate dedicate a Batman: sua ad esempio la celebre saga Una morte in famiglia. In questa miniserie, lo sceneggiatore non perde il suo tocco cosmico e utilizza i dilemmi e i drammi dei supereroi per trattare temi importanti e delicati come l'egoismo, il suicidio, il nichilismo e il razzismo. Da abile penna qual è, Starlin non sale in cattedra a dare lezioni di moralità, cosa che il lettore troverebbe forse invadente, ma tramite eroi e criminali offre alcuni punti di vista su queste problematiche, lasciando poi a ognuno la possibilità di trarre le proprie conclusioni.

Jim Starlin non dimentica il compito principale di uno scrittore, intrattenere, anche quando la storia ha un forte impatto drammatico come questa, e in un atto d'amore verso quanto creato nel decennio precedente da Jack Kirby per la DC Comics (anche Demon/Jason Blood è tra i protagonisti), riesce in questo intento. La storia stessa ha poi un profondo impatto sull’intero Universo DC, e in particolare su uno dei personaggi le cui azioni avrebbero generato conseguenze per molti anni a venire.

La parte grafica è affidata a Mike Mignola, che aveva già esordito da qualche anno nel Fumetto professionistico, collaborando sia con la Marvel che con la DC Comics. Questa miniserie rappresenta il suo primo incarico di alto profilo. Gli ammiratori di questo artista si divertiranno a individuare le tracce primarie di quello stile che sarebbe poi pienamente esploso con le storie di Hellboy. Tuttavia, in questo caso Mignola è più debitore – e non potrebbe essere diversamente – delle atmosfere kirbyane. Molti volti coi denti digrignanti e i paesaggi di Apokolips e Nuova Genesi sembrano proprio provenire dal passato, una sorta di residuo perduto della Saga del Quarto Mondo.

Pur con alcuni elementi di sceneggiatura e dialoghi tipici del periodo in cui venne pubblicata, Odissea cosmica rimane ancora oggi una storia dal forte impatto ed è quantomeno intrigante ammirare l’interazione tra uno sceneggiatore della vecchia guardia nel suo periodo d’oro e un futuro disegnatore stellare.

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