Odio il Natale (stagione 2): la recensione

La stagione 2 di Odio il Natale migliora alcuni aspetti della narrazione, risultando così una visione perfetta per il periodo delle feste

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La recensione della stagione 2 della serie Odio il Natale, disponibile su Netflix

Il successo ottenuto su Netflix dalla stagione 2 della serie Odio il Natale non è affatto sorprendente: il mix di atmosfera un po' magica delle feste, romanticismo e ironia si adatta alla perfezione all'ultimo mese dell'anno e alla voglia di una leggerezza e positività che accompagni alla chiusura di un altro capitolo.
La bravura di Pilar Fogliati nel portare in vita la protagonista Gianna sostiene inoltre una narrazione che, seppur prevedibile, mantiene alta l'attenzione fino alla fine dei sei episodi arrivati in streaming il 7 dicembre.

La sinossi della stagione 2 di Odio il Natale

La storia si era interrotta con qualcuno che suonava alla porta di Gianna durante la Vigilia di Natale. I nuovi episodi riprendono la narrazione da quel momento e con la protagonista alle prese con una nuova relazione stabile, un Natale in arrivo che sembra sorriderle e un nuovo equilibrio. L'imminente arrivo delle feste, tuttavia, causa nuovi problemi sentimentali e Gianna si ritroverà a dover provare a riconquistare il suo ex in tempo per la temuta cena della vigilia della famiglia Belotti. A complicare ulteriormente la situazione è il fatto che sarà lei a dover occuparsi della preparazione della serata con l'aiuto di Margherita (Fiorenza Pieri) e Titti (Beatrice Arnera) e un nuovo vicino di casa, padre di una figlia adolescente.

I punti di forza di Odio il Natale

Gli script firmati dal team guidato da Elena Bucaccio riescono a far superare al progetto l'ostacolo più grande: non far scivolare i personaggi in eccessi che portino all'opposto del risultato voluto, ovvero rendere impossibile provare empatia e immedesimarsi. Gianna compie talmente tanti errori e riesce a sabotare la propria esistenza così tante volte che potrebbe risultare quasi insopportabile nella sua incapacità di capire realmente chi le sta vicino e ciò di cui hanno bisogno le persone che fanno parte della sua vita. Nella seconda stagione, tuttavia, si dà uno spazio maggiore alla sensibilità e alle vulnerabilità di Gianna, rendendo più semplice il compito di Pilar Fogliati e maggiormente piacevole la visione. Il secondo capitolo della storia si avvicina inoltre maggiormente alle tradizionali commedie romantiche con un triangolo sentimentale, dubbi che esistono solo nella mente dei personaggi e non in quella degli spettatori, e l'inevitabile pressione psicologica causata dall'avvicinarsi delle feste natalizie in famiglia, all'insegna di domande inopportune e giudizi, più o meno silenziosi. Andando contro il significato del titolo della serie, la serie decide però di assegnare al Natale la capacità quasi "magica" di risolvere i problemi, aspetto che aggiunge una buona dose di atmosfera delle feste in più.

L'importanza dei personaggi secondari

Intorno alla protagonista ci sono i suoi genitori, il cui matrimonio è in crisi, Margherita sull'orlo del divorzio dal marito (Tommaso Basili), due nuovi gemellini in arrivo in famiglia, e Titti di cui emergono nuovi lati grazie all'incontro con la figlia teenager del nuovo vicino di Gianna, che viene bullizzata dalle coetanee ed è membro della banda musicale.
Come accaduto nella precedente stagione, lo spazio a disposizione dei personaggi secondari non è molto elevato, ma nelle sei puntate si riesce comunque a seguire senza particolari intoppi l'evoluzione che compiono, anche se ci sono ritorni e nuovi arrivi che richiedono il giusto tempo per poter risultare significativi nella narrazione. A essere eccessivamente sacrificata è forse la storia dei genitori di Gianna, davvero poco approfondita per creare interesse e curiosità, mentre è apprezzabile come sia stata data a Titti la possibilità di modificare radicalmente l'immagine trasmessa agli spettatori del personaggio semplicemente rivelandone il passato grazie all'amicizia stretta con la giovane Monica (Chiara Bono).

Uno degli elementi narrativi più interessanti di questa stagione è poi il coinvolgimento dei pazienti di Gianna e Umberto per dare alla protagonista delle lezioni importanti che la aiutano a maturare e a capire la natura dei propri sentimenti sfruttando le interazioni con chi sta attraversando un periodo difficile della propria vita e si ritrova alle prese con ostacoli ben più seri e complessi rispetto a quelli affrontati dalla protagonista. La scelta di "umanizzare" anche la caposala, seppur in modo piuttosto rapido e poco approfondito, appare poi un modo brillante per rendere meno netti i confini tra "buoni e cattivi" che caratterizzavano gli eventi ambientati in ospedale durante la prima stagione e sfumare gli stereotipi con cui si erano delineati alcuni personaggi secondari nel primo capitolo della storia.

Un nuovo arrivo importante

L'arrivo di Filippo, interpretato da Pierpaolo Spollon, è ben gestito dagli sceneggiatori dopo un'introduzione non particolarmente convincente per la rapidità con cui Gianna sembra arrivare alle sue conclusioni sbagliate, e l'evoluzione del suo rapporto con la protagonista avviene in modo naturale e senza troppe forzature narrative. La diversa situazione dei due personaggi, con Filippo obbligato a crescere più in fretta per occuparsi da solo della figlia, rappresenta un buon espediente per giustificare i cambiamenti nati dal tempo che trascorrono insieme.

La stagione 2 di Odio il Natale gioca bene tutte le sue carte per conquistare gli spettatori e usare a proprio favore l'atmosfera natalizia. Risulta ora difficile immaginare una continuazione della storia di Gianna che non rovini la sua evoluzione in positivo, ma spostare l'attenzione su altri personaggi potrebbe funzionare in caso di rinnovo per un terzo capitolo della storia.

La breve durata della stagione e l'evoluzione in positivo della protagonista rendono la visione scorrevole e piacevole, perfettamente in linea con le esigenze delle giornate delle feste e il bisogno di un relax senza particolare impegno davanti agli schermi televisivi.

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