Odin Sphere Leifthrasir, la recensione

NIS America e Vanillware propongono il remake della seconda produzione del team di sviluppo nipponico: la reensione di Odin Sphere Leifthrasir

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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Quello che Odin Sphere Leifthrasir mette di fronte agli occhi del giocatore fin dai primissimi istanti successivi all'accensione della console, PS Vita, PlayStation 3 o PlayStation 4 che sia, è uno spettacolo visivo di difficile comparazione. La produzione di Vanillaware esibisce con raffinatezza e maestosità quella straordinaria capacità del team di sviluppo di lavorare nelle due dimensioni, dando giustizia con la tecnica ad una direzione artistica sempre di eccellente ispirazione. Non era, l'originale, la prima opera di Vanillaware, ma fu, per certi versi, quella che fece conoscere al grande pubblico il team giapponese, proprio grazie al marchio di fabbrica della qualità del 2D. Lo ribadisce il remake, così come ribadisce, ahinoi, le sue problematiche in ambito di gameplay, perché se alcuni difetti sono stati sistemati altri più legati alla sua essenza sono rimasti.

Odin Sphere Leifthrasir racconta una storia fantastica in maniera fantastica. Fa sfoggio di una localizzazione eccezionale, che racconta le vicende intrecciate di vari personaggi, sullo sfondo c'è una mitologia che molto deve a quella nordica. E' infatti la fine del mondo, ricorrente nelle leggende nordeuropee, lo spettro che costantemente opprime i protagonisti, il traguardo finale verso il quale sembrano correre le loro storie, perché nel gioco di Vanillaware c'è poco spazio per la speranza, permane un senso di costante cupezza, parzialmente mitigato da alcuni momenti di rilassamento. E' la trama in realtà il principale motore del gioco, accompagnato dalla caratterizzazione dei suoi personaggi. Se il gioco non fosse così bravo ad appassionare il giocatore tramite le sue vicende ed a farlo empatizzare con coloro che si muovono al suo interno ecco che il fruitore abbandonerebbe il pad dopo qualche ora.

[caption id="attachment_150449" align="aligncenter" width="600"]Odin Sphere Leifthrasir screenshot Odin Sphere Leifthrasir - screenshot[/caption]

Nella sua colossale epica, quantitativamente apprezzabile nell'ordine della quarantina di ore, Odin Sphere Leifthrasir infatti rischia a più riprese di addormentarsi sulle sue pachidermiche terga, e spesso lo fa. Quanto il gioco propone in termini di gameplay è, in sostanza, un action bidimensionale nel quale sbaragliare gruppi di nemici, attraverso stanzoni connessi tra di loro, che vanno a formare mappe più o meno complesse ma non organiche: ogni area è, di fatto, una scena a sé stante, non è un elemento di un qualcosa che si può ritrovare in un Metroidvania. Vien da sé che quindi più che l'esplorazione sia privilegiato il combattimento, e lo si apprezza, perché il sistema che ne è alla base funziona, rapido, intenso, fortemente incentrato sulle combo ma con l'inserimento di varie abilità speciali. Non troverà chi ha già giocato l'originale la barra della resistenza a limitare l'offensiva, tutto è quindi più veloce, moderno e divertente. Ma estremamente ripetitivo.

"Nella sua colossale epica, quantitativamente apprezzabile nell'ordine della quarantina di ore, Odin Sphere Leifthrasir rischia a più riprese di addormentarsi sulle sue pachidermiche terga, e spesso lo fa"

Quando il giocatore si inizia ad accorgere che passare dalla storia di un personaggio all'altro significa in sostanza attraversare le stesse ambientazioni, combattendo gli stessi nemici e persino gli stessi boss, ripetendo all'infinito le sequenze di attacchi che si imparano fin da subito la qualità dell'esperienza inizia a diminuire. Nonostante Odin Sphere Leifthrasir sia una versione totalmente aggiornata dell'originale non vi si riscontra la soddisfazione nel picchiare evidenziata da titoli successivi di Vanillaware, per esempio Muramasa: The Demon Blade. In compenso vi si riscontra lo stesso difetto maggiore, quello di essere troppo lungo per quello che propone il gameplay. E' uno di quei casi in cui un sostanziosissimo numero di ore non si traduce in automatico in divertimento, anzi, il gioco funzionerebbe meglio con la metà del quantitativo.

[caption id="attachment_150447" align="aligncenter" width="600"]Odin Sphere Leifthrasir screenshot Odin Sphere Leifthrasir - screenshot[/caption]

A variare il gameplay intervengono una serie di elementi accessori che hanno un discreto impatto sullo sviluppo del personaggio, su tutti la possibilità di piantare semi, far crescere piante e consumarne i frutti, ripristinando così la salute e ottenendo punti esperienza, e di sintetizzare pozioni dagli utilizzi più svariati, per curarsi così come per scatenare gli elementi, ma non bastano a dare alla produzione quel cambio di ritmo che fortissimamente il giocatore desidererebbe.

Odin Sphere Leifthrasir non riesce quindi ad essere un'esperienza di gioco di primissimo livello. Alla totale magnificenza dell'impatto visivo, alla solidità della colonna sonora e del doppiaggio, all'apprezzabile complessità dell'intreccio narrativo non si accompagna un gameplay convincente nella sua totalità. Diverte ma, alla lunga, rischia di stancare e considerando che sono molte le ore necessarie per completarlo c'è il rischio che qualcuno cada vittima delle sue lungaggini.

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