Odessa 1: Dopo la fusione, la recensione
Abbiamo recensito per voi il primo numero di Odessa, l'ultima creatura di Sergio Bonelli Editore
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Presentato con largo anticipo all'ultima edizione del Comicon, il primo numero di Odessa è finalmente arrivato in edicola in fumetteria lo scorso 25 maggio. Per l'atteso nuovo fumetto targato Sergio Bonelli Editore è stato realizzato anche un numero zero che introduce ai lettori la vicenda: uno spillato di sedici pagine in regalo con Nathan Never 336: Incubi e paradisi e Dragonero 73: L'invasione delle tenebre. La scelta di queste due specifiche testate, rispettivamente l'ammiraglia fantascientifica e quella fantasy della casa editrice milanese, è facile da spiegare: Odessa, annunciata come un'opera di science-fantasy, intende unire nella forma e nei contenuti i due generi letterari.
Il titolo dell'albo, Dopo la fusione, si riferisce a ciò che è avvenuto in seguito all'evento catastrofico noto come il Giorno della Fusione, quando un gigantesco mezzo extraterrestre è deragliato dalla propria rotta astrale per precipitare sulla città ucraina che dà il titolo alla serie. Il velivolo appartiene alla misteriosa e potentissima razza degli Ignoti ed è una sorta di enorme Arca di Noè ma con le funzioni di una prigione: un'unità di deportazione contenente centinaia di specie aliene provenienti dagli angoli più remoti del cosmo, lontanissime tra loro non solo nell'aspetto ma anche per lo stato evolutivo raggiunto da ognuna.
La creatura di Rigamonti e De Biase risulta subito coinvolgente e adrenalinica: già nelle prime pagine veniamo scaraventati al centro dell'azione e nel cuore di questo nuovo mondo fantastico ma reso con notevole realismo. Anche i personaggi principali della storia - che sarà organizzata in stagioni - compaiono sulla scena nell'immediato. In breve tempo otteniamo sufficienti dettagli su Yakiv per alimentare il nostro interesse nei confronti di questa inusuale figura d'eroe, che esprime nel look e nella sua bizzarra natura influenze manga, che condivide con i classici paladini Bonelli il coraggio e la fermezza e con i suoi antieroi fragilità e profondità d'animo.
Da sottolineare alcuni messaggi importanti che emergono dai testi: la diversità come valore e ricchezza, il pericolo e l'orrore quali figli dell'ignoranza. Da un punto di vista narrativo e visivo, Odessa appare appetibile per una platea molto vasta e dall'età variegata, con una predilezione per i più giovani.
Il colore gioca poi un ruolo fondamentale nelle dinamiche e nelle suggestive atmosfere, contribuendo in maniera decisiva alla riuscita del fumetto e infondendo notevole impatto nonché una straordinaria profondità alle tavole, pronte per essere trasposte in adattamento animato.
Il prezzo del brossurato, 5,90 Euro, potrebbe sembrare elevato, ma è giustificato se confrontato con quelli di prodotti concorrenti anche solo importati e tradotti dagli Stati Uniti o dal Giappone. Sergio Bonelli Editore sta progressivamente ritoccando i prezzi delle proprie pubblicazioni, ma lo sta facendo tramite i nuovi lanci. Dylan Dog Color Fest 29, ad esempio, presenta la stessa foliazione e il medesimo formato di questo primo numero di Odessa, ma costa un Euro in meno. Tale incongruenza potrebbe generare perplessità nel pubblico, cosa facilmente evitabile tramite un adeguato chiarimento in seconda o in quarta di copertina.