Octopath Traveler è un capolavoro fuori dal tempo - Recensione

Un JRPG bidimensionale che è molto più di un omaggio ai grandi capolavori 16 bit del genere: la recensione di Octopath Traveler

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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Sviluppare un JRPG avendo in mente Final Fantasy VI come riferimento significa fare i conti con quello che probabilmente è il capolavoro per eccellenza del genere tutto, nonché uno dei migliori videogiochi in assoluto della storia. Significa, quindi, esporsi a rischi altissimi: puntare verso la Luna è bellissimo, ma si corre il rischio che il razzo sul quale si viaggia, lungo il suo lungo tragitto, inizi a borbottare, sbuffare, sballottare e, come in un cartone animato di Wile E. Coyote, precipiti rovinosamente. Octopath Traveler non precipita, e arriva sano e salvo a destinazione. E poco importa se l'astro sul quale giunge non sia luminoso come l'immortale capolavoro di Squaresoft, sarebbe stato davvero troppo forse: Square Enix dimostra, e non ricordiamo l'ultima volta nella quale l'abbia fatto, che la sua storia non è solo polveroso passato e retorica, ma un ricchissimo tesoro dal quale è necessario e opportuno attingere a piene mani per plasmare opere del genere che ha inventato.

Sono stati proprio i membri del team di sviluppo ad affermare che di Final Fantasy VI Octopath Traveler è una sorta di seguito spirituale, ma qualcuno potrebbe eccepire che ci sono già state produzioni che in un certo modo hanno continuato la tradizione del JRPG più classico e alle quali il videogioco per Nintendo Switch può essere avvicinato, quei Bravely Default e Bravely Second: End Layer con i quali condivide persino anche alcuni elementi di gameplay. Ma no, non c'è nelle pur buonissime opere per Nintendo 3DS la maturità che evidenzia il titolo di Square Enix e Acquire: dal punto di vista narrativo e nella caratterizzazione dei personaggi soprattutto, ma anche nella qualità e nei toni della scrittura e nella realizzazione di un mondo di gioco coerente, vasto, bellissimo da vedere, non una mappa costellata di luoghi, ma un articolato susseguirsi di boschi, pianure, montagne, deserti, altipiani, borghi e città.

[caption id="attachment_187431" align="aligncenter" width="1280"]Octopath Traveler screenshot L'impatto visivo è straordinario[/caption]

Decidere di raccontare otto storie per otto personaggi, la cacciatrice, l'ecclesiasta, il sapiente, lo speziale, il milite, la danzatrice e il ladro protagonisti dell'opera, significa avere a disposizione un'estrema varietà di situazioni da poter mettere in scena e a farlo nel migliore dei modi c'è una qualità nella scrittura assoluta. Octopath Traveler non è il solito JRPG permeato solo da eroismo e buoni sentimenti, né annacqua la sua valenza tematica nel consueto brodetto pseudoadolescenziale: si diverte nel variare la sua natura, nel passare dal raccontare eventi tragici a descrivere situazioni ilari, dal colpire il giocatore con forza attraverso temi e accadimenti dei quali non si aspetterebbe avere esperienza a farlo sorridere con una semplice genuinità. E questo accade non a seconda di quale storia si stia seguendo (la progressione è articolata in quattro capitoli per linea narrativa, affrontabili liberamente), ma all'interno delle singole storie stesse, che sono quindi tutte sfaccettate e varie, oltre che nelle numerose, per quanto brevi, ma spesso molto ingegnose, missioni secondarie.

"Octopath Traveler è composto dalle storie di otto personaggi e per quanto ci siano dei punti di contatto tra di esse, alcuni evidenti, altri meno, non confluiscono in un'unica"Ci si aspetta che da un momento all'altro che le otto vicende arrivino ad intersecarsi, che culminino in un'epica corale, ma non è quanto succede. Octopath Traveler è composto dalle storie di otto personaggi e per quanto ci siano dei punti di contatto tra di esse, alcuni evidenti, altri meno, non confluiscono in un'unica. E, addirittura, non c'è praticamente interazione tra i membri dl party, se non in occasionali scenette. Non è realmente un problema, è una scelta che anzi si fa apprezzare perché permette di caratterizzare i protagonisti in una maniera unica, veramente si arriva a conoscerli uno per uno in ogni singolo aspetto della personalità, ci si affeziona a loro. Sono ben costruiti anche i personaggi non giocabili con i quali interagiscono nelle loro storie, molti di loro spiccano per personalità. È proprio quanto facevano i JRPG di una volta, far sì che il giocatore volesse bene ai protagonisti e ai personaggi più rilevanti, ed è probabilmente la migliore qualità dell'opera, essere permeata di quella raffinata capacità di caratterizzare, anche con poco, i suoi attori. Come faceva, alla perfezione, proprio Final Fantasy VI, che ampio spazio dava alle storie personali degli eroi, ed è proprio lì che è maggiormente evidente il legame con il capolavoro per Super Nintendo.

[caption id="attachment_187429" align="aligncenter" width="1280"]Octopath Traveler screenshot In battaglia è fondamentale sfruttare le abilità di ogni personaggio per sfondare la guardia dei nemici[/caption]

Viaggiare attraverso lo straordinario mondo del gioco significa esplorarne le ambientazioni e ovviamente battagliare con mostri e avversari di ogni tipo. Retaggio dell'epoca 16 bit sono gli incontri casuali, ma il sistema di combattimento è tutto fuorché arretrato. Ogni personaggio ha a disposizione attachi fisici, abilità o magie attraverso le quali penetrare le difese avversarie, individuando il punto debole di ogni nemico: una volta rotta la sua guardia, questo subirà maggiori danni, prima che si ripristini. Spendere appositi punti permette di attaccare più volte e di aumentare la potenza delle abilità e degli attacchi, capire come e quando usarli, se per rompere il muro difensivo o per fare più danni una volta esposte le vulnerabilità, è quanto si chiede alle capacità strategiche del giocatore, necessarie soprattutto negli scontri con i boss, sempre impegnativi e abbastanza lunghi. E a rendere più profonda la personalizzazione dei personaggi c'è il sistema di classi, una è quella fissa, ma un'altra vi è abbinabile, per costruire build devastanti, tra equipaggiamento, abilità attive e passive, incantesimi.

Riaffiorano, nell'appassionato che ha amato Chrono Trigger e il già citato Final Fantasy VI, emozioni che non era riuscito a provare in nessuno dei JRPG successivi, un qualcosa che è difficile da descrivere, un sentimento di familiarità che certamente è figlio dei richiami nel gameplay, dello stile visivo che sfoggia sprite bidimensionali a profusione e di quanto deriva dalla tradizione del genere, ma che non è dovuto alla nostalgia. È come se si fosse aspettata per venticinque anni la loro naturale evoluzione e finalmente la si fosse trovata, come se persino i capolavori del genere pubblicati in tale arco di tempo siano stati qualcosa di diverso, seppur bellissimi. Ma Octopath Traveler è allo stesso tempo un videogioco moderno, perfettamente accessibile anche a coloro ignari delle sue origini.

[caption id="attachment_187430" align="aligncenter" width="1280"]Octopath Traveler screenshot Le città brulicano di vita, ogni abitante offre un interessante dialogo e alcuni stimolanti missioni secondarie[/caption]

Accompagnare otto splendidi personaggi nel loro viaggio è quindi bellissimo. Lo è per il magnifico colpo d'occhio, che necessita di essere apprezzato in movimento per essere apprezzato al meglio, perché non è solo un 2D certosino, ma anche i tanti effetti che lo rendono sublime, per la straordinaria colonna sonora, nella quale a suonare sono soprattutto gli archi, ma che si dimostra varia e capace di descrivere luoghi e personaggi, per le emozioni nuove e antiche che si prova, catturati da una magnifica opera che è più di un omaggio ad un'era lontana: è la prova del suo eterno e immutabile splendore, condensata in un capolavoro fuori dal tempo.

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