Octopath Traveler è un capolavoro fuori dal tempo - Recensione
Un JRPG bidimensionale che è molto più di un omaggio ai grandi capolavori 16 bit del genere: la recensione di Octopath Traveler
Sono stati proprio i membri del team di sviluppo ad affermare che di Final Fantasy VI Octopath Traveler è una sorta di seguito spirituale, ma qualcuno potrebbe eccepire che ci sono già state produzioni che in un certo modo hanno continuato la tradizione del JRPG più classico e alle quali il videogioco per Nintendo Switch può essere avvicinato, quei Bravely Default e Bravely Second: End Layer con i quali condivide persino anche alcuni elementi di gameplay. Ma no, non c'è nelle pur buonissime opere per Nintendo 3DS la maturità che evidenzia il titolo di Square Enix e Acquire: dal punto di vista narrativo e nella caratterizzazione dei personaggi soprattutto, ma anche nella qualità e nei toni della scrittura e nella realizzazione di un mondo di gioco coerente, vasto, bellissimo da vedere, non una mappa costellata di luoghi, ma un articolato susseguirsi di boschi, pianure, montagne, deserti, altipiani, borghi e città.
Decidere di raccontare otto storie per otto personaggi, la cacciatrice, l'ecclesiasta, il sapiente, lo speziale, il milite, la danzatrice e il ladro protagonisti dell'opera, significa avere a disposizione un'estrema varietà di situazioni da poter mettere in scena e a farlo nel migliore dei modi c'è una qualità nella scrittura assoluta. Octopath Traveler non è il solito JRPG permeato solo da eroismo e buoni sentimenti, né annacqua la sua valenza tematica nel consueto brodetto pseudoadolescenziale: si diverte nel variare la sua natura, nel passare dal raccontare eventi tragici a descrivere situazioni ilari, dal colpire il giocatore con forza attraverso temi e accadimenti dei quali non si aspetterebbe avere esperienza a farlo sorridere con una semplice genuinità. E questo accade non a seconda di quale storia si stia seguendo (la progressione è articolata in quattro capitoli per linea narrativa, affrontabili liberamente), ma all'interno delle singole storie stesse, che sono quindi tutte sfaccettate e varie, oltre che nelle numerose, per quanto brevi, ma spesso molto ingegnose, missioni secondarie.
[caption id="attachment_187429" align="aligncenter" width="1280"] In battaglia è fondamentale sfruttare le abilità di ogni personaggio per sfondare la guardia dei nemici[/caption]
Viaggiare attraverso lo straordinario mondo del gioco significa esplorarne le ambientazioni e ovviamente battagliare con mostri e avversari di ogni tipo. Retaggio dell'epoca 16 bit sono gli incontri casuali, ma il sistema di combattimento è tutto fuorché arretrato. Ogni personaggio ha a disposizione attachi fisici, abilità o magie attraverso le quali penetrare le difese avversarie, individuando il punto debole di ogni nemico: una volta rotta la sua guardia, questo subirà maggiori danni, prima che si ripristini. Spendere appositi punti permette di attaccare più volte e di aumentare la potenza delle abilità e degli attacchi, capire come e quando usarli, se per rompere il muro difensivo o per fare più danni una volta esposte le vulnerabilità, è quanto si chiede alle capacità strategiche del giocatore, necessarie soprattutto negli scontri con i boss, sempre impegnativi e abbastanza lunghi. E a rendere più profonda la personalizzazione dei personaggi c'è il sistema di classi, una è quella fissa, ma un'altra vi è abbinabile, per costruire build devastanti, tra equipaggiamento, abilità attive e passive, incantesimi.
Riaffiorano, nell'appassionato che ha amato Chrono Trigger e il già citato Final Fantasy VI, emozioni che non era riuscito a provare in nessuno dei JRPG successivi, un qualcosa che è difficile da descrivere, un sentimento di familiarità che certamente è figlio dei richiami nel gameplay, dello stile visivo che sfoggia sprite bidimensionali a profusione e di quanto deriva dalla tradizione del genere, ma che non è dovuto alla nostalgia. È come se si fosse aspettata per venticinque anni la loro naturale evoluzione e finalmente la si fosse trovata, come se persino i capolavori del genere pubblicati in tale arco di tempo siano stati qualcosa di diverso, seppur bellissimi. Ma Octopath Traveler è allo stesso tempo un videogioco moderno, perfettamente accessibile anche a coloro ignari delle sue origini.
[caption id="attachment_187430" align="aligncenter" width="1280"] Le città brulicano di vita, ogni abitante offre un interessante dialogo e alcuni stimolanti missioni secondarie[/caption]
Accompagnare otto splendidi personaggi nel loro viaggio è quindi bellissimo. Lo è per il magnifico colpo d'occhio, che necessita di essere apprezzato in movimento per essere apprezzato al meglio, perché non è solo un 2D certosino, ma anche i tanti effetti che lo rendono sublime, per la straordinaria colonna sonora, nella quale a suonare sono soprattutto gli archi, ma che si dimostra varia e capace di descrivere luoghi e personaggi, per le emozioni nuove e antiche che si prova, catturati da una magnifica opera che è più di un omaggio ad un'era lontana: è la prova del suo eterno e immutabile splendore, condensata in un capolavoro fuori dal tempo.