Obi-Wan Kenobi parte IV: la recensione

Stanca come il suo protagonista la serie di Obi-Wan Kenobi arriva al quarto episodio scarica, senza nemmeno la voglia di stupire.

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Spoiler Alert
La recensione dell'episodio 4 di Obi-Wan Kenobi, disponibile dall'8 giugno su Disney+

Non tollererò più la tua debolezza” dice Vader al Reva nella quarta puntata di Obi-Wan Kenobi. Eppure, pochi secondi dopo averle liberato il collo dalla stretta della forza, si ravvede “a quanto sembra, ti ho sottovalutata”. Gli viene fatto notare che la loro base è stata quasi interamente distrutta. per lo più da un vecchio Jedi e da una bambina a causa di molte inadempienze. Il Sith chiude allora la discussione con risolutezza: “non sono ammessi errori!”. Altri errori, avrebbe dovuto dire. Gli ennesimi, fatti dopo le ennesime minacce. Fossimo stati nella trilogia classica la linea di comando sarebbe già stata strangolata più volte.

Una rappresentazione dell'Impero poco convincente

Perché questi sono gli ennesimi sbagli di un impero mai così poco minaccioso contro un Obi-Wan e una resistenza mai così depotenziati. Debolezze che rappresentano bene quelle che sta vivendo la serie stessa. La scelta di abbassare la forza del protagonista, usando come scusa la disorganizzazione generale e i traumi della sconfitta subita da relativamente poco tempo, si può accettare. È sconfortante invece come i "malvagi" tra le schiere del lato oscuro siano alla stregua di dilettanti allo sbaraglio. Gli Stormtrooper non hanno mai brillato di intelligenza e qui non si smentiscono: non si accorgono di banali travestimenti, corrono verso una finestra che si sta rompendo inondando la stanza di acqua quando avrebbero semplicemente potuto sparare al bersaglio. 

Gli altri, seduti nelle postazioni di comando, non sono da meno. Non sentono le conversazioni che avvengono a poca distanza da loro e in generale non sanno come far confessare segreti importantissimi a una bambina rapita, lontana da casa, a cui viene detto che il suo unico protettore è morto. Le buone maniere prima di tutto: ecco quindi un interrogatorio di una correttezza istituzionale degna di una fiction da tv generalista.

Serve coerenza: nei piani, nella rabbia, nelle minacce. Qui basta invece una linea di dialogo per far cambiare drasticamente umore ai peggiori e ai più duri della galassia. 

Obi-Wan Kenobi Episodio 4

Una serie di inseguimento

Dove è il pericolo in questa storia? Perché arrivati al quarto episodio, sembra che nulla di grave succeda veramente e che tutto possa essere risolto da un’inquadratura o da una parola pronunciata al posto giusto? Eppure all'inizio non era così, c'era una parvenza di costruzione sul lungo periodo, di tensione crescente. Ora invece gli episodi si concludono in 30 minuti, senza grandi legami l'uno con l'altro. Piccole missioni da compiere senza particolari sviluppi come dei filmati di raccordo in un videogioco. Evidentemente in questo caso il divertimento si svolge fuori scena, sperimentato da qualcuno che non è lo spettatore.

Obi-Wan Kenobi è una serie di inseguimento. Si capisce che di puntata in puntata avremmo dovuto sentire sempre più stretta la morsa delle forze del male verso l’ultima speranza. Invece non si avverte né la rassegnazione né la voglia di ribellione. E soprattutto, va sottolineato perché è questo il problema principale, non c’è alcun pericolo tangibile. Le morti che avvengono in scena sono quelle di personaggi a cui non abbiamo potuto affezionarci. Ha quasi più peso e personalità il droide Lola di tutti i personaggi di sfondo. 

Obi-Wan Kenobi soffre dello stesso problema delle altre serie di Guerre Stellari su Disney Plus: una forte discontinuità. In questo, che è l’episodio più anonimo fino ad ora, c’è un momento sublime in mezzo a 30 minuti di situazioni viste ormai troppe volte. È la liberazione di Leia. L’esatto momento in cui è tolta dalla sua prigione. Si spengono le luci, l’ambiente resta illuminato dal rosso sul terreno, i due soldati a guardia si girano verso la stessa direzione, una nuova luce: la spada laser dello Jedi. 

Un breve istante in cui l’arma ritrova la forza scenografica di un tempo. L’azione esalta i suoi protagonisti e non li svilisce facendoli correre qua e là a vuoto. Soprattutto, finalmente, Obi-Wan smette di reagire goffamente a quello che gli succede. Invece pianifica, usa l’intelligenza e l’esperienza per uscire dalle difficoltà. Peccato che sia solo un attimo, nel mezzo di tanta mediocrità sia in termini di scrittura che di regia. Se le prime puntate avevano fatto ben sperare, ora anche Leia è drammaticamente sotto utilizzata, ormai stancamente abituata ad essere alla stregua di “un oggetto” da salvare o da imprigionare. 

Insomma Obi-Wan Kenobi sta perdendo tutta la forza propulsiva che sembrava avere. Dal film diventato serie si è trasformata in una delle tante serie riempitive. Suona così un drammatico allarme per Star Wars. Una saga che vive di rendita da troppo tempo e che è in una grave crisi di immaginario. Non se ne può più di guardare le stesse situazioni, le fughe e i salvataggi all’ultimo, le stesse immagini ideate da Lucas che non riescono nemmeno più a farsi omaggio a quella visione, stanchi riflessi di una saga che non sa più osare.

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