Nuclear, la recensione

Oliver Stone firma con Nuclear un documentario a favore dell'energia nucleare ben costruito, ma fin troppo di parte

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Oliver Stone è ritornato alla regia di un documentario con Nuclear, un progetto che ha sviluppato in collaborazione con Joshua S. Goldstein e che, come anticipa il progetto, affronta il tema dell'energia nucleare e del suo possibile contributo nel fermare il cambiamento climatico.
Il filmmaker si è avvicinato all'argomento con un approccio specifico e propone statistiche e spiegazioni scientifiche che enfatizzano e dimostrano l'importanza di una rivalutazione della fonte di energia a livello internazionale.

Un progetto a favore dell'energia nucleare

Il documentario Nuclear, presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2022, si apre con una citazione di Marie Curie sulla paura e su come questo sentimento sia causato dalla mancata conoscenza, gettando fin dai primi secondi la base dell'ipotesi che verrà poi dimostrata con interviste, analisi dei dati e ricostruzioni storiche. Stone è infatti determinato a dimostrare che l'energia nucleare non comporti alcun rischio, anzi sia il suo possibile salvatore, per l'ambiente e l'umanità. Dalla scoperta dei coniugi Curie si passa quindi alle ricerche di Enrico Fermi e al progetto Manhattan, mostrando poi come la costruzione delle centrali nucleari abbiano contribuito a sostenere in modo significativo i consumi e l'economia di molte nazioni. A interrompere questa crescita, considerata essenziale per concludere la dipendenza da fonti che causano inquinamento e sfruttano risorse naturali preziose, ci sono stati però incidenti come quello avvenuto negli Stati Uniti a Three Mile Island, il disastro di Chernobyl e, secondo i filmmaker, l'errata associazione della devastazione causata dallo scoppio della bomba atomica a Hiroshima durante la seconda Guerra Mondiale. Oliver Stone, con i dati alla mano, sostiene quindi che il numero di morti causati da questi eventi sia estremamente inferiore rispetto a quelle legate all'utilizzo di altre forme di energia. Nuclear, con grafici e interventi di esperti, spiega le conseguenze della paura sulla società, ricordando le differenze tra un ordigno nucleare e la tecnologia utilizzata nelle centrali per creare energia, spiegando dove e come vengono gestite le scorie, e l'influenza degli attivisti nel delineare un'immagine fortemente negativa della realtà. La parte più importante del documentario è poi quella legata al cambiamento climatico e di come l'energia nucleare, messa a confronto con altre opzioni, sembra essere l'unica strada efficace percorribile, illustrando inoltre i progetti in fase di sviluppo e le nuove possibilità date dalle ricerche private.

Una totale assenza di obiettività

Il problema principale di Nuclear è la totale mancanza di un contradditorio che spieghi le posizioni di chi, in passato e attualmente, è contrario alla costruzione delle centrali nucleari. Oliver Stone è infatti impeccabile nel portare sullo schermo le ragioni a favore della sua posizione, ma sminuisce ogni altra idea senza mai dare voce agli oppositori e ripetendo più volte che gli incidenti avvenuti sono imputabili a dei semplici errori umani e difetti di progettazione, non andando oltre quel concetto o ammettendo che sono situazioni che potrebbero ripetersi, essendo impossibile eliminare del tutto il fattore umano. La rappresentazione patinata delle immagini, con paesaggi che sembrano essere stati realizzati usando filtri Instagram, l'uso fin troppo retorico delle musiche di Vangelis, dare voce a tiktoker e a imprenditori del settore dalle idee visionarie che danno speranza e suscitano qualche perplessità in egual misura tra i più scettici, che potrebbero ricordare le dichiarazioni di Elizabeth Holmes nel campo delle analisi mediche, ma non a chi gli stessi criticano ai microfoni, l'uso di immagini di repertorio di disaster movie e spezzoni della serie HBO Chernobyl a sostegno della propra idea che si siano diffuse nel corso dei decenni esagerazioni e falsità tramite i media, e un montaggio che negli ultimi minuti ricorda fin troppo da vicino gli spot commerciali, rendono Nuclear un'opera interessante, sicuramente stimolante, ma al tempo stesso parziale e mai obiettiva.

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