Nowhere, la recensione

Un'ottima macchina di tensione Nowhere è forse più un film abile a tenere lo spettatore attento che un vero buon film

Critico e giornalista cinematografico


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La recensione di Nowhere, il film di tensione disponibile su Netflix dal 29 settembre

Dalla factory di cinema di genere spagnola arriva Nowhere, che in un contesto di fantascienza distopica recente (niente di ipertecnologico ma tutto di politico) mette un uomo e una donna incinta, migranti in fuga, nelle mani di traghettatori senza nessuna pietà. Il loro viaggio disperato insieme ad altri disperati come loro è interrotto da una separazione. La casualità e la crudeltà delle persone cui si sono affidati li mettono uno in un container e una in un altro. La furbizia di lei la terrà in vita, unica del suo container. La sfortuna invece farà finire quel container in mare da che era su una nave in mezzo all’Oceano, la tenacia dovrà tenerla in qualche maniera in vita, anche dopo il parto.

Nowhere è una macchina di tensione che parte da un presupposto classico: una donna in difficoltà ma estremamente motivata (prima incinta, poi con neonato) deve sopravvivere da sola in un posto in cui è impossibile sopravvivere. È una sinossi così classica che potrebbe funzionare anche per descrivere Gravity (al netto della gravidanza). La donna si dimostrerà un vero animale. Il film invece tra alti e bassi non si dimostrerà proprio una belva da piattaforma ma più un’operazione sensata, media e decente. Che non è poco. 

Il punto è che Nowhere arriva dopo molti film simili (non solo Gravity ma si pensi al più radicale, deciso e spietato All Is Lost), costruisce qualcosa di noto e digerito sulle spalle di chi è venuto prima di lui e allargando la base degli spettatori. Questo viene a scapito dei suoi stessi presupposti. Il film non è così estremo, stilizzato e senza compromessi come vorrebbe (nel container la donna trova un trapano elettrico con la punta giusta per trapanare le pareti del container stesso!!). Tuttavia è anche evidente che Albert Pintò alla regia ma soprattutto Anna Castillo nella parte protagonista, credono moltissimo nella radice umana della storia. 

Nowhere nonostante derive melò non ben integrate e una certa mollezza nelle gambe quando si tratta di tenere duro fino al finale, è anche un film che non si arrende e non smette di trovare nuove idee e nuovi modi per aggredire lo spettatore. Invece che contare sul fatto che il personaggio e la storia lo abbiano conquistato a sufficienza per tenerlo avvinto anche in assenza di eventi, continua a iniettare difficoltà su difficoltà rendendo apparentemente impossibile una salvezza, salvo poi concedere qualche alito di speranza quando serve. In questo senso è più abile che bello.

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