Now You See Me 2: I Maghi del Crimine, la recensione
Fuori da ogni idea di plausibilità e asservito anima e corpo alla stilizzazione e alla ricerca della coolnes, Now You See Me 2 sembra un film cinese
Nulla di realmente impegnativo sia chiaro, solo un MacGuffin, una foglia di fico, una blanda motivazione utile a mettere in moto l’azione, niente che realmente contamini la trama, niente che davvero sia indispensabile al senso del film. Se al posto della privacy si fosse inserito un qualsiasi altro problema, come i conflitti in Africa, non sarebbe cambiato nulla, perché il film in realtà si basa su altro. Sull’impalpabilità del cinema e dell’azione, sull’intrattenimento che passa davanti agli occhi e fugge lontano dalla memoria.
Now You See Me nel passaggio dal blando Leterrier al velleitario John M. Chu diventa con più decisione un film su un gruppo d’azione, non diverso da Fast & Furious (ne replica anche l’idea della costruzione di una famiglia alternativa, ma senza tutta quell’enfasi) o I Mercenari (da cui prende l’idea di persone lontane tra loro assemblate da qualcuno), un modo per mettere in cartellone moltissimi nomi noti contro un villain prestigioso ogni volta diverso. Stavolta tocca a un Daniel Radcliffe, sorprendentemente molto in parte, affiancare Michael Caine e Morgan Freeman nel ruolo del grande truffato, eppure molto poco cambia. In film come Now You See Me chiunque è sacrificabile e nessuno indispensabile perché il meccanismo conta più delle singole parti. Se una star se ne va, un’altra la sostituirà, come avviene per Isla Fisher, al posto della quale vediamo Lizzy Caplan con uguale resa.
Si tratta di tutte caratteristiche che, portate a questi estremi, non sembrano più appartenere al cinema americano, più incline a fingere interesse per una certa plausibilità, ma avvicinano il film decisamente più al cinema popolare cinese.
Ambientato in buona parte a Macao (senza una vera ragione che non sia di distribuzione), Now You See Me 2 ricorda molto i film di grande incasso che vengono dalla Cina, quelli fondati sempre sull’inganno, in cui gli scambi di persona sono il motore della gran parte delle situazioni, in cui il gioco preferito è quello sul doppio (subito nel film entra in scena un fratello gemello cattivo di Woody Harrelson, presentato fin dall'inizio come uno dei villain, e ogni situazione essendo un inganno ha una lettura doppia), in cui la truffa è l’espediente più abusato e nel quale per l’appunto si vende volentieri un po’ di plausibilità per molto stile, per scelte visive e per l’esaltazione. Addirittura, il film sembra adeguarsi agli standard sentimentali molto ingenui del cinema popolare orientale, sia per quanto riguarda il pudore che per quanto riguarda l’ingenuità nel descrivere e manipolare i sentimenti.