Notte Stellata (prima stagione), la recensione
Notte Stellata è un imperfetto racconto di fantascienza, nobilitato dalla profondità sentimentale della storia d’amore che ne è centro
È quindi con una certa sorpresa che scopriamo come la canuta coppia sia custode di un segreto stupefacente; sotto il capanno degli attrezzi nel loro giardino, infatti, vi è un misterioso passaggio che li collega a un luogo altro, misterioso e astrale. I due vetusti piccioncini fanno spesso visita a questa sorta di salotto sci-fi, la cui grande finestra si apre su un paesaggio planetario desolato e affascinante. La loro bizzarra routine viene rapidamente stravolta quando Irene, durante una delle sue consuete visite notturne alla camera, vi trova riverso e insanguinato il misterioso Jude (Chai Hansen). Chi è? Da dove proviene? Di chi è il sangue di cui è coperto?
Un antipasto troppo gustoso
Immaginate la sorpresa di trovarvi, dopo il citato antipasto, di fronte a un primo piatto di tutt'altra natura. Che so, un bicchiere di spaghetti liofilizzati. È quanto accade dal secondo episodio, con la comparsa di una linea narrativa completamente diversa, per toni e ritmo, da quella degli York. Facciamo la conoscenza di Stella (nome certo non casuale, dato il ruolo della sua famiglia nella storia) e della di lei quindicenne pargola Toni. Le due vivono in uno sperduto angolo dell'Argentina, con la madre - interpretata da Julieta Zylberberg - ossessivamente dedita alla protezione di una chiesetta che, come il capanno degli York, nasconde un segreto.
Sotto la patina
Sebbene congegnata con cura, Notte Stellata perde quota proprio quando travolge lo spettatore con nuove domande prima di aver risolto quelle precedentemente poste. È un affastellarsi di misteri, che talvolta rischia di lasciare il pubblico con la gola secca; non fa eccezione un finale incapace di chiudere tutti gli interrogativi disseminati nel corso degli otto episodi. Restiamo perplessi di fronte a una conclusione affrettata, precipitosa, quasi rozza rispetto alla meticolosità con cui è stata gestita la trama fino a quel punto. Che sia o meno gancio per una seconda stagione, ci lascia in bocca un senso di insoddisfazione di fronte al mistero.
Fortunatamente, al di là della sua patina sci-fi, il cuore pulsante di Notte Stellata risiede altrove. Le domande che pone non vertono certo sulla natura della stanza sotto il cortile degli York, bensì su temi universali. I compromessi che consentono a una storia d’amore di sopravvivere al tempo, la responsabilità del mondo che lasciamo a chi verrà dopo di noi, la necessità di svincolare i figli dalle responsabilità dei padri e la bellezza di conservare, anche in tarda età, una scintilla di curiosità atta a farci sentire vivi; tutto questo costituisce la linfa vitale di Notte Stellata, una linfa così pura e scintillante da far passare in secondo piano i suoi pur evidenti difetti. Come di fronte a un cielo notturno, restiamo in ammirazione dei punti più luminosi, mentre le luci più sentimentalmente lontane da noi scompaiono nell’oscurità.