Una Notte con la Regina, la recensione

Colorato, vivace e movimento, Una notte con la Regina, prende un fatto vero e lo deforma in farsa senza mai pretendere credibilità o aspirare al realismo

Critico e giornalista cinematografico


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È scritto così bene che non gli sì può davvero voler male a Una Notte con la Regina, favoletta ironica e convulsa tratta da un fatto vero (molto ma molto più moderato di quel che si vede). La notte in cui ufficialmente finì la seconda guerra mondiale l’Inghilterra, e Londra in particolare, fu pervasa da festeggiamenti estremi e liberatori. Mesi di austerità e coprifuoco deflagravano in un’unica notte di follia, a cui parteciparono anche Elizabeth e Margareth, le due figlie del re d’Inghilterra, ovviamente scortatissime. Questo film scritto da Kevin Hood e Julian Jarrold (in due sono stati responsabili alcuni dei film più interessanti degli ultimi anni) butta l’aneddoto in farsa, cerca il cartone animato e tramuta ogni cosa in favoletta, con un tale gusto per l’esagerazione e con così poche pretese da essere contagioso.

Reali da macchietta, principesse che rotolano dalle scale, equivoci, girandole, scambi di persona e ovviamente un amore scoperto e coltivato in una notte con un soldato che aveva disertato. In Una Notte con la Regina c’è la medesima voglia di divertirsi che si vede pervadere le strade di Londra in una lunga notte senza fine, dai bassifondi alle case reali, dalla malavita ai nobili, passando per locali dai nomi tramandati per via orale e appuntamenti insensati.

La ricostruzione è perfetta (sembra di essere in un film nostalgico di Terrence Davies, non fosse che il taglio e il genere sono opposti) e l’idea di percorrere un’antica Londra in un viaggio alla ricerca della consapevolezza dello spirito di una nazione con quella che sarebbe diventata una delle regine dal regno più longevo e strano di sempre, è portata con innegabile grazia.

C’erano mille insidie in un progetto simile, in primis quella di voler sembrare paradossalmente verosimili, invece la Margareth e l’Elizabeth di Una Notte con la Regina non vogliono davvero avere niente a che vedere con i loro equivalenti reali, sono figure archetipe. Sono “le principesse” in una commedia sofisticata e scanzonata che ne usa lo statuto per divertirsi a creare equivoci o sbloccare situazioni, associarle a delle prostitute o metterle a loro agio nel retrobottega di un pappone.

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