NOS4A2 (prima stagione): la recensione
La prima stagione di NOS4A2 subordina l'horror a un dramma adolescenziale spesso scialbo, sorretto tuttavia da ottime performance attoriali
Come nel romanzo, Manx guida una splendida Rolls-Royce Wraith del 1938, in cui attira i suoi piccoli spuntini umani. Si scopre ben presto come l'auto non sia un mero mezzo di trasporto, ma sia anzi una sorta di appendice del mostro, che subisce danni parallelamente al veicolo. I turpi delitti e rapimenti di cui Manx si macchia lo conducono sulla strada di Vic McQueen (Ashleigh Cummings), una ragazza della classe operaia che abita in una cittadina del Massachusetts, che scopre di avere il soprannaturale dono di ritrovare le cose perdute. In fuga continua da un contesto di litigi domestici tra il padre alcolizzato e la madre frustrata, Vic incappa nello Shorter Way Bridge, distrutto da anni ma misteriosamente visibile e percorribile per lei. Il ponte funziona come un portale che conduce la ragazza direttamente a qualsiasi cosa perduta stia cercando e che si estende potenzialmente ai bambini scomparsi, peculiarità che porta Vic a una pericolosa connessione psichica con Manx.
NOS4A2 è quindi più un racconto di formazione che non un horror propriamente detto: i turbamenti di Vic sono quelli di ogni diciottenne sull'orlo dell'età adulta, costretta a fare i conti con le aspirazioni maturate nell'adolescenza e la dura, talvolta ingiusta realtà dei fatti. Lo scontro con i genitori è certo più interessante di qualsiasi traversia romantica, grazie anche alle ottime prove attoriali di Ebon Moss-Bachrach nei panni di un padre pieno di buone intenzioni ma saltuariamente violento e inaffidabile, e di Virginia Kull che dà vita a una madre schiacciata sotto il peso delle proprie aspirazioni deluse. Tuttavia, è nella protagonista Ashleigh Cummings che risiede lo spirito migliore di NOS4A2. L'attrice australiana permea la sua Vic di una forza fresca, adorabile e sobria che le dona un carisma naturale cui lo spettatore non può resistere.
Nello specifico, occorre notare come sia Charlie Manx in primis a essere stato malamente sfruttato in questa prima stagione: basti pensare all'ampio potenziale offerto dall'alienante Christmasland, parto della mente malata di Manx e opportunità per fantasie vivaci terrificanti. Purtroppo, NOS4A2 appiattisce visivamente questa terra da incubo, evitando con colposa precisione ogni guizzo di creatività estetica e, di conseguenza, non avvinandosi neppure a sfiorare i toni disturbanti che ci aspetteremmo da questa location. È fredda, ma lungi dall'essere agghiacciante. Lo stesso vale per il suo folle ideatore Manx, certo gratificato dall'eccellente lavoro del make-up artist Joel Harlow, ma mai davvero in grado di generare terrore nello spettatore, complice una performance minimale - per non dire sottotono - da parte di Quinto. Un villain inusuale, ma privo di reale forza orrifica.
Nell'ipotesi che venga rinnovata per una seconda stagione, NOS4A2 ha comunque buone possibilità di migliorare. Per ora, questa prima stagione dà l'impressione di viaggiare su una strada magica, piena di possibilità intrise di paura e meraviglia, ma intraprende troppe deviazioni, inerpicandosi inutilmente in un territorio noioso che dà l'impressione di non andare da nessuna parte. Se saprà chiarire la propria rotta e affinare il gusto estetico rimettendolo in linea con quanto seminato nel romanzo di Hill, confidiamo che la molta benzina rimasta nel serbatoio possa condurre la serie in luoghi narrativi ben più affascinanti e avvincenti di quelli mostrati finora.