Nonno Scatenato, la recensione

Annunciato come il disastro ultimo della carriera di Robert De Niro, Nonno Scatenato si rivela invece un film di incredibile vitalità e pieno di cose da dire

Critico e giornalista cinematografico


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Doveva essere la definitiva pietra tombale sulla carriera di Robert De Niro, il film che ne avrebbe sancito il definitivo crollo dopo quasi vent’anni di picchiata della sua carriera e invece si è rivelato più una campagna di marketing svilente che un film svilente.
Nonno Scatenato è una commediaccia incallita e volgarissima, ma con la testa, diretta da Dan Mazer, lo sceneggiatore che ha regalato a Sacha Baron Cohen i suoi momenti migliori (da Ali G a Borat fino a Bruno), e scritta da un esordiente. La trama è facile a dirsi: un nipote molto inquadrato e preciso, pronto al matrimonio, deve accompagnare in un breve viaggio il nonno appena diventato vedovo, sarà proprio il più anziano l’elemento perturbante e voglioso di tutto quel che di vitale solitamente anima i più giovani. La strana coppia quindi ha poco sorprendentemente i ruoli invertiti ma la sostanza del film sta in quanto questo sia disposto a spingere sull’acceleratore e cosa intenda dire.

Innanzitutto a differenza di molto altro cinema di commedia scialbo e senza personalità Nonno Scatenato ha una vitalità straripante. Nel rappresentare un anziano pieno di voglia di possedere donne, scherzare, fare a botte e vivere a pieno il film lo immerge in una realtà da Spring Break (letteralmente) e lo rende motore di tutte le gag, lasciando a Zac Efron il ruolo che non gli calza proprio benissimo di essere quello che le gag le subisce.
Non solo De Niro dimostra finalmente un po’ di quella forza che gli abbiamo sempre riconosciuto, di quella capacità di abitare lo spazio scenico con movimenti, espressioni e un corpo sempre interessante e in grado di calamitare lo sguardo, ma proprio Nonno Scatenato dimostra di essere una satira più divertente della media. Soprattutto una più onesta nei confronti dell’umanità dei propri personaggi.

Molto di quel che il film ha da dire passa per il personaggio Tan Pam, negoziante che senza problemi vende e somministra droghe pesantissime con allegria, totalmente colluso con la polizia e, proprio perché esercitante in Florida, libero di mostrare con un’allegria esilarante il suo rapporto di convenienza con le forze dell’ordine. Lui orbita intorno ai personaggi, entra ed esce dalle loro scene portando il grottesco.
Dunque al contrario di quel che poteva far presagire la campagna che ha preceduto il film, e anche al contrario di quel che può far pensare il titolo, Nonno Scatenato ha diverse cose da dire e proprio l’uso di un umorismo spietato e senza riguardo per nulla e nessuno, godereccio e vitale, sembra donargli più energia là dove si temeva una certa stanchezza.

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