Non C’è Bisogno di Presentazioni 1x04, la recensione

La nostra recensione del quarto episodio di Non c'è Bisogno di Presentazioni, con protagonista Jay Z

Critico e giornalista cinematografico


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Chissà se c’è proprio stato un cambio di rotta su Non C’è Bisogno di Presentazioni o se semplicemente la presenza di Jay-Z e i temi che inevitabilmente ha portato con sé sono stati determinanti, fatto sta che il quarto episodio del nuovo talk show di David Letterman per Netflix è nettamente migliore degli altri.

Sarà il fatto che la vita di Jay-Z è più interessante di quella di Barack Obama e George Clooney e lui è dotato di maggiore verve sul palco (ma nemmeno troppa) di Malala Yousafzai, sarà che quel che ha passato, le storie che ha potuto raccontare, erano perfette per gli obiettivi di Non C’è Bisogno di Presentazioni, cioè raccontare il meglio del mondo, la positività, le possibilità di migliorare personalmente a aiutare il mondo a migliorare, ma alla fine sia quando hanno parlato di cosa sia il rap (così dalle basi che è stato utile anche per chi ne possieda già una buona cognizione), sia del passato con crack di Jay-Z, fino al suo incredibile rapporto con la madre (lesbica, che lo ha dichiarato apertamente per la prima volta solo pochissimo tempo fa con conseguente commozione) e poi ad un momento molto rivelatorio riguardo l’infedeltà coniugale.

Jay-Z sta con Beyoncé e non è un mistero che l’abbia tradita, lo si apprende da tutti i testi delle canzoni di lui e di lei successivi al fattaccio. Non è nemmeno un mistero che David Letterman abbia avuto un grave problema di infedeltà, ne parlò lui in una puntata del suo Late Show per chiedere scusa pubblicamente alla moglie. Questi due mariti dichiaratamente infedeli alle proprie mogli si sono confrontati in una maniera molto delicata e poco infarcita di narcisismo. Non hanno nominato mai il fatto, né la materia del contendere ma con una certa emotività hanno reciprocamente ammesso di aver rischiato di mandare in pezzi una famiglia ed esserne usciti tramite le rispettive compagne. Sono riusciti a dare l’impressione che il lavaggio dei panni in pubblico fosse quasi opportuno.

È il momento migliore non solo della puntata ma di tutta la serie, quello in cui viene raccontata una storia interessante e anche in maniera interessante, con un cortocircuito tra pubblico e privato da parte di figure pubbliche che avevano già fatto del proprio privato una questione condivisa, che non è niente male. Jay-Z e Beyoncé di fatto vivono tutto in pubblico e questa era la prima volta che lui parlava dell’accadimento più clamoroso che li abbia coinvolti. Televisione di gossip ma di profilo altissimo, che da un fatto che avrebbe cittadinanza solo nelle pagine dei peggiori giornalacci, tira fuori un momento di grande umanità, uno spunto più che onesto su quel che gli uomini sono e quel che le donne, a tutti i livelli fanno.

Nella puntata c’è anche spazio per la migliore gag che Letterman abbia lanciato durante tutte e 4 le puntate (“Sai, sto cominciando a perdere fiducia nell’amministrazione Trump…”) e per le considerazioni dell’ospite sul presidente, che non sono le più semplici, dirette e facili che si possano prevedere ma anzi sono, di nuovo, fonte di grande ottimismo e speranza, pur partendo da posizioni critiche. Come del resto è un tripudio di fiducia nel domani e positività il segmento in esterna che, in linea con il tema musicale, vede Letterman in visita da Rick Rubin, produttore musicale di immenso valore e talento, artefice del successo di moltissimi rapper e, nel video, alle prese con un nuovo talento del canto.

In occasione della scorsa puntata era venuto spontaneo chiedersi se questo sia il modello dello show per una tv d’elite, quello che fonde talent noti (o speciali) con racconti fuori da ogni schema, interviste che battono sentieri particolari e che sanno mescolare un po’ di glamour e tanti contenuti più virati sull’attualità, la realtà, la cronaca e il sociale. Non attori che fanno considerazioni sul conflitto in medioriente, ma personaggi noti che parlano di questioni molto serie che gli appartengono.

Fino alla scorsa puntata questo modello aveva avuto tutto tranne la componente di intrattenimento, era stato corretto rispetto alle sue evidenti premesse, ma lento, sciapo e poco interessante. Ora invece sembra di aver visto quel che doveva essere il programma nella testa di chi l’ha ideato e chi l’ha approvato.

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