Ninja-K vol. 2: La Coalizione, la recensione
Anche sotto la gestione di Gage, Ninja-K si conferma una serie solida e accattivante
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Il secolo scorso, l’MI6 ha lanciato il cosiddetto Programma Ninja, con il quale ha tenuto a battesimo una dinastia di guerrieri letali. Recentemente, l’Ufficio di Acclimatamento ha però cominciato a decimare i vari esponenti della squadra, e solo l’intervento congiunto di Ninja-K e del veterano Ninja-C ha messo fine alla serie di omicidi. Possibile che ora, dopo questi ultimi traumatici eventi, sia infine giunto un momento di pace per l’agente segreto Colin King? Ovviamente no: il servizio di intelligence britannico si sta rivelando molto più fragile di quanto si potesse pensare e molte informazioni riservate sono finite nelle mani sbagliate, a causa del tradimento di K-2, l'agente backup del nostro Colin.
In questa nuova fase editoriale ritroviamo uno spunto introdotto da Matt Kindt, l’incontro tra Colin King e il mondo del sovrannaturale. Per l’uomo tutto d’un pezzo, abituato a fronteggiare ogni minaccia con rigore e metodo scientifico, ritrovarsi faccia a faccia con qualcosa di non facilmente inquadrabile e avulso da ogni logica non rappresenta mai una bella notizia: spiazzato, dovrà dar fondo a tutte le sue energie e sfruttare il suo intelletto per superare l’ennesima sfida impossibile.
Partendo da una caratterizzazione solida e coordinate ben precise, lo scrittore di Avengers: The Initiative ci regala uno storyarc in grado di approfondire la psicologia del personaggio e allo stesso tempo di travolgerci con una massiccia dose di azione. Mentre procediamo nella lettura, entriamo sempre più in sintonia con la vicenda di un uomo allo sbando, perso in un vortice di sofferenza ma deciso a non soccombere sotto il peso degli eventi.
La parabola di questo eroe moderno – condita da un inaspettato ritorno – può vantare l’apporto di Juan José Ryp al tavolo da disegno. Non è la prima volta dell’artista spagnolo sulle pagine della serie, e possiamo asserire che la scelta di riportarlo a bordo è sicuramente azzeccata: il suo stile è perfetto per rendere le atmosfere esoteriche della storia; allo stesso tempo, il realismo che caratterizza il suo tratto applicato alle cruente battaglie risulta molto d'impatto. Il risultato è un affresco affascinante che viene esalato dalle colorazioni della sempre impeccabile Jordie Bellaire.
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