Nina che disagio, la recensione

Abbiamo recensito per voi Nina che disagio, graphic novel di Ilaria Palleschi

Nella vita spaccio libri e fumetti e mangio piadina e refusi.


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Nina che disagio, anteprima, illustrazioni di Ilaria Palleschi

Immaginate di svegliarvi una mattina e trovarvi nello stesso letto con… voi stessi! O meglio, con una versione migliorata di voi. L’illustratrice Ilaria Palleschi si cimenta con la sua prima graphic novel edita da BAO Publishing e intitolata Nina che disagio, dove il disagio è proprio ciò che la giovane deve affrontare.

Nina è timida, insicura, si sente invisibile agli occhi del mondo e si trova puntualmente a fare i conti con l’ansia e con le figure imbarazzanti che da essa derivano. Dopo una serata socialmente disastrosa, l’incontro con una vecchietta fa accadere qualcosa di assurdo: una versione di Nina “potenziata” – più spigliata, più decisa, più socievole – compare a casa della protagonista, accompagnata dalla promessa di dare una svolta alla “loro” vita. Anche se le premesse possono far ben intuire che da una cosa simile non possa venir fuori qualcosa di buono, all’inizio sembra quasi che la presenza della nuova Nina sia positiva, ma ben presto l'originale comprenderà come “essersi sdoppiata” porti più dolori che gioie.

C’è qualcosa, però, che riesce a far sentire a suo agio Nina: disegnare. L’illustrazione è la sua ambizione, ma anch’essa diventa talvolta motivo di allontanamento nei confronti delle altre persone, soprattutto coloro che non conosce, che sembrano non comprendere come disegnare possa essere una vera professione e non soltanto un hobby. Con il procedere delle eventi, oltre a osservare Nina districarsi in situazioni sociali scomode, tramite una serie di flashback, l’autrice racconta anche le origini delle ansie, delle paure e dei timori, ma anche della forte passione per i fumetti della protagonista.

Il centro assoluto delle vicende, come intuibile, è Nina che sfonda in varie occasioni la quarta parete: prima per fare battute quando si trova nelle situazioni di grande disagio, e poi, con i balloon che diventano neri, per guardare “negli occhi” il lettore e spiegare a parole le sensazioni e le motivazioni che hanno spinto il personaggio a prendere certe decisioni.

Nina che disagio, anteprima, illustrazioni di Ilaria Palleschi

Lo stile cartoonesco dell’autrice si sposa con la narrazione ironica e a tratti assurda, surreale. Alcuni riferimenti a spot, fumetti, film e in generale elementi della cultura pop inseriscono perfettamente Nina che disagio nella contemporaneità, cosa necessaria viste le tematiche trattate – la difficoltà ad inserirsi nella società e a trovare un “lavoro vero”, la paura nei confronti delle responsabilità dell’età adulta – che affliggono le generazioni più giovani.

La protagonista assoluta è spesso ritratta in primo piano e l’attenzione è posta in modo particolare sulle sue espressioni e sugli occhi, che sono anche l’unico elemento che distingue la Nina originale dal suo doppio; quelli della versione “migliorata” hanno in più delle pupille scure che se all’inizio le conferiscono un’aria più sveglia, man mano che prosegue la storia la fanno apparire più infida.

Una maggiore introspezione del personaggio avrebbe forse consentito alla buffa ironia di Nina di essere più incisiva ed entrare maggiormente in empatia con il lettore, che talvolta viene guidato alla comprensione dei sentimenti e delle scelte del personaggio, piuttosto che esserne emotivamente coinvolto. Nonostante questo, l'autrice riesce a fare di Nina una protagonista stramba e arguta, complici anche le sue indubbie capacità grafiche.

Un fumetto d’esordio, disponibile in anteprima a Lucca Comics & Games 2018 e nelle fumetterie a partire dal 15 novembre, che non racconta come superare le proprie paure, ma come affrontarle e imparare a convivere con esse. Una storia, citando l’autrice, senza “e vissero tutti felici e contenti”, perché questa non è una favola.

Nina che disagio, anteprima, illustrazioni di Ilaria Palleschi

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