Nightflyers: la recensione

La serie di fantascienza Nightflyers è disponibile su Netflix, ecco la nostra recensione

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Spoiler Alert
Il più grave problema di Nightflyers è che non è mai divertente tanto quanto è criticabile. Non crediamo nemmeno per un istante a questo horror farsesco ed esagerato, ambientato nello spazio profondo, che non sa provocare anche se prova a farlo, che fatica a riempire i suoi dieci episodi e che conduce ad esiti irritanti. Quindi, non è tanto la delusione il problema della serie SYFY distribuita da Netflix, quanto il tedio esistenziale che ci accompagnerà per tutta la durata della stagione. Nightflyers allora è fantascienza senza meraviglia né cupezza, rumorosa e grossolana, senza redenzione come lo sono tutti i suoi personaggi.

Nel 2093, la Nightflyer è una nave spaziale in rotta verso un luogo dove stabilire un contatto con una forma di vita aliena nota come Volcryn. Per questo scopo, a bordo con l'equipaggio si trova un telepate che dovrebbe facilitare la comunicazione. Il viaggio tuttavia sarà carico di imprevisti e pericoli mortali, legati tanto alla natura del veicolo spaziale in sé, quanto alle insidie di cui il cosmo sembra pieno. Tutto ciò avrà delle ricadute sui personaggi, che in alcuni casi devono confrontarsi con le loro mancanze e i loro problemi personali. Su tutti, quello che emergerebbe come il protagonista, Karl, che ha perduto una figlia.

Mettiamo da parte il racconto di George Martin alla base, sul quale si è ricamato pure troppo nel presentare la serie. Nightflyers sembra prodotto dalla stessa matrice da cui pochi mesi fa è arrivato Origin, o ancora prima The Cloverfield Paradox. In comune con questi prodotti ha un'idea deviata di fantascienza horror che procede anteponendo il disgusto all'atmosfera, che riduce al minimo l'interazione tra uomo e ambiente e preme l'acceleratore sulla pura provocazione visiva. Nightflyers è allora manipolazione della carne, accanimento sui personaggi, distruzione delle categorie intoccabili (donne incinte, animali), ma il risultato è schiamazzo visivo di grana grossa, provocazione immatura che non fa paura, che non inquieta, che irrita. Se fosse un film sarebbe Alien vs. Predator 2.

L'ambiente dell'astronave è un contenitore asettico e spento. Non ha dettagli né personalità, e considerato che la nave stessa ad un certo punto diventerà un personaggio, questo è dire tanto. I personaggi dovrebbero avere delle mancanze o debolezze, ma in conclusione sono solo respingenti e odiosi. Nessuno di loro affronta un vero arco narrativo, tant'è che ad un certo punto, dal nulla, ci sarà un salto temporale di mesi che non mostrerà alcun cambiamento rilevante ai fini della trama (tranne uno, ma in fondo conduce solo ad una più ampia parentesi) o della caratterizzazione dei personaggi. Qualche paura inespressa, qualche scoperta sul passato dei personaggi, alcune relazioni costruite e smontate senza reale peso. Nulla infine avrà importanza, considerato che i personaggi diventano modelli per agire in un certo modo (o egoista o insensato o entrambi) che peggiorerà la situazione generale.

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