Nightbooks, la recensione
Nightbooks di David Yarovesky è un privo di idee e impacciato nei riferimenti, e sembra esso stesso non credere nella sua storia
Tratto dal romanzo omonimo scritto da J. A. White, Nightbooks di David Yarovesky è un film alla cui base vi un’idea tanto ardita quanto rischiosa: proporre la fiaba di Hansel & Gretel in una veste contemporanea, ammiccante, ripulendola di ogni residuo dark per renderla palesemente metaforica e universale (o meglio, alla portata di un pubblico facilmente impressionabile). C’è però un abisso intero che divide l’obiettivo dal risultato. Nightbooks è infatti un esperimento che rimane tale, un ibrido decisamente non inquietante tra diversi spunti ed estetiche, il cui vero punto debole è l’incapacità di costruire le premesse del suo mondo, le sfaccettature dei suoi personaggi.
Da subito, quindi, il film chiede uno sforzo enorme a chi guarda per entrare dentro alla narrazione. Uno sforzo che non viene ripagato, tuttavia, per almeno un’ora buona di visione (ovvero quando, per abitudine, si comincia un minimo ad entrare nel film) perché ogni passaggio di trama, ogni scena e ogni momento apparentemente clou risulta banalmente come un semplice bozzetto messo lì a piacere, la copia sbiadita di un modello generico di teen horror da cui si è pescato indistintamente. Già solo i tre personaggi sono una mera riproposizione stereotipica, a cui gli scrittori non aggiungono nessuna caratteristica peculiare: sono esattamente il modello della ragazza schiva e misteriosa, della strega affascinante e sarcastica e del protagonista insicuro di sé e bullizzato.
David Yarovesky si è impantanato con Nightbooks in una palude pericolosa di riferimenti e spunti irrealizzati da cui non riesce ad uscire con idee originali. Basta pensare al fatto che la casa della strega, dove tutto si svolge, è un luogo anonimo e privo di interesse, mai esplorato o indagato. Solo la serra notturna mostra un minimo di creatività visiva, tra colori fluo e creaturine indemoniate. Ma, alla fine, è un po’ come se nemmeno Nightbooks credesse in ciò che sta raccontando.
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