Night Raiders, la recensione | Trieste Science+Fiction Festival 2021

Danis Goulet firma con Night Raiders un racconto distopico che attinge a piene mani al passato come fonte di ispirazione per far riflettere sulla direzione negativa che potrebbe prendere la società

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Night Raiders, la recensione | Trieste Science+Fiction Festival 2021

Un futuro che attinge al passato per raccontare le possibili conseguenze negative del presente è quello che propone il regista Danis Goulet con il suo thriller distopico Night Raiders, prodotto anche da Taika Waititi.

La storia è ambientata in un Nord America reduce dalla guerra e ora alle prese con un'occupazione militare che priva i cittadini di ogni libertà e ha reso i minori proprietà dello Stato, togliendoli alle loro famiglie e portandoli in accademie militari dove vengono addestrati e indottrinati.

Niska (Elle-Máijá Tailfeathers), un'idigena Cree, nasconde per anni la figlia Waseese (Brooklyn Letexier-Hart) nella foresta ma, quando la ragazzina si ferisce gravemente, è costretta a tornare in città per andare in cerca di cure e, successivamente, ad abbandonarla alle autorità pur sapendo che non potrà vederla mai più.
Un anno dopo Niska non riesce a dimenticare la figlia e la ragazzina non riesce ad adattarsi alla dura vita in accademia. La donna si imbatte però in un gruppo di indigeni ribelli, i Night Raiders, che hanno l'obiettivo di liberare i ragazzini prima che dimenticano le proprie origini e famiglie.

Il film scritto e diretto da Danis Goulet mostra un futuro distopico che, purtroppo, ricorda fin troppo da vicino quanto accaduto in Canada nel diciannovesimo e ventesimo secolo quando il governo portò avanti una politica di assimilazione forzata e culturale verso i popoli indigeni. La lotta per la libertà in cui si ritrova coinvolta Niska rappresenta così con una buona dose di realismo le atrocità subite dalle comunità e le conseguenze dell'intolleranza e del mancato rispetto per la diversità sociale e culturale.
Night Raiders 2
Tra immagini allegoriche e leggende suggestive, Night Raiders fa della semplicità la sua carta vincente e anche gli elementi sci-fi si inseriscono davvero bene in un contesto quasi poetico nel suo approccio alla rappresentazione della società e del rapporto tra madre e figlia.

Le eroine della storia, inoltre, lo diventano grazie alla loro resilienza, all'empatia e al legame con le proprie tradizioni e la natura, elementi che enfatizzano con intelligenza il messaggio che è alla base del progetto cinematografico.

Le protagoniste Elle-Máijá Tailfeathers e Brooklyn Letexier-Hart regalano un'interpretazione intensa ed emozionante, ben equilibrata tra disperazione e forza d'animo, ma l'intero gruppo di interpreti risulta convincente nei propri ruoli, anche i più piccoli.

La sceneggiatura non delinea forse in modo molto attento le motivazioni sociali e politiche che hanno portato alla creazione dei centri come quello in cui si ritrova Waseese, ma il film riesce comunque a superare questa mancanza proprio grazie, purtroppo, alla somiglianza con situazioni al centro delle pagine di cronaca internazionale.

Night Raiders, l'opera prima di Danis Goulet è un film che merita di essere visto e apprezzato per la sua capacità di unire sci-fi e rispetto per le tradizioni, in grado di far riflettere e al tempo stesso intrattenere.

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