NieR: Automata, un'indimenticabile opera maestra di Yoko Taro - Recensione

La nostra recensione del sorprendente NieR: Automata

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Immaginate un’opera che racconta una storia ambientata qualche migliaio di anni nel futuro. Una storia epica ma allo stesso tempo intima, che ha come protagonista un padre alla disperata ricerca della figlia malata. Questa storia porta con se temi tra i più disparati, riflessioni sul genocidio, sul compiere azioni egoistiche e anche violente per un fine però apparentemente giusto. Il tutto influenzato da eventi come l’attacco alle Torri Gemelli del 2001. Quest’opera è un videogioco uscito nel 2010 e si chiama NieR. Il suo autore è Yoko Taro, un personaggio bizzarro che forse anche proprio a causa del suo essere eccentrico non è riuscito ancora ad affermarsi a fianco di mostri sacri come Hideo Kojima, Suda 51 o Miyamoto. Eppure la sua genialità è indiscussa, sia in qualità di narratore che di game designer. La sua regola chiave è varcare quei limiti che l’industria spesso impone ai creatori e creare opere originali e bizzarre proprio come la personalità di Yoko Taro. Ad un gioco assolutamente incompreso dalla critica e che ha venduto relativamente poco come NieR in questo mondo solitamente spetta l’oblio. Ma nel tempo quest’opera ha trovato i favori di una community molto affiatata, e Square Enix contro ogni logica di mercato, ne ha commissionato un seguito. Ma questa volta i piani alti dell’azienda hanno preteso un livello qualitativo ben superiore, anche sul piano tecnico, ed entra così in scena PlatinumGames, i geni dell’action che hanno dato i natali a giochi come Bayonetta, Vanquish e tanti altri. Un connubio che sembra uscito dai sogni più proibiti di qualche appassionato di videogiochi giapponesi, eppure è realtà. Questa collaborazione ha dato vita ad uno dei titoli più particolari e memorabili degli ultimi anni. NieR: Automata è infatti un’esperienza che non dimenticherete mai e dovreste giocarlo a tutti i costi.

[caption id="attachment_169834" align="aligncenter" width="600"] Questo boss è un livello intero che si muove![/caption]

Scaricata la mostra copia review del gioco, pad in mano e discretamente emozionati, avviamo la partita. Mentre risuona la voce di 2B, protagonista di NieR: Automata, ci ritroviamo sopra le nuvole, ai comandi di un’astronave in formazione. Il gameplay è quello di uno sparatutto tridimensionale. Il nostro velivolo si trasforma e improvvisamente il gioco diventa un twin stick shooter. Un’altra sequenza velocissima e siamo all’interno di un’installazione futuristica, la telecamera si sposta di lato, NieR: Automata diventa uno sparatutto a scorrimento laterale. Tutto questo nei primi 10 minuti di gioco! A seguito di questa sorprendente introduzione, finalmente ci viene presentata 2B, l’androide protagonista del titolo.

"NieR: Automata è un’esperienza che non dimenticherete mai, dovete giocarlo a tutti i costi."

Non è solo un’abile pilota ma anche una letale spadaccina. Infatti ci ritroviamo subito a combattere contro dei robot ed il sistema di combattimento profuma subito di PlatinumGames. Attacco rapido, forte e schivata sono gli ingredienti base di un battle system che affonda le sue radici in Devil May Cry e Bayonetta, senza per questo mancare di una personalità propria. Un elemento distintivo, ad esempio, è il Pod di supporto che orbita costantemente attorno a 2B, dotato di diverse funzioni. Tra queste c’è una potenza di fuoco rapida ed estremamente efficace. In pratica mentre concatenerete combo letali potrete allo stesso tempo sparare a raffica anche contro avversari multipli, in una letale danza di lame e proiettili spettacolare quanto soddisfacente. E quello che vi stiamo raccontando è disponibile subito dall’inizio, avanzando nel gioco sbloccherete moltissime abilità e mosse aggiuntive, espandendo l’ottimo gameplay.

Il primo livello è lo stesso della demo disponibile sul Playstation Store (correte a scaricarla se non l’avete ancora fatto), che si è rivelata però un po’ fuorviante. La sensazione era che NieR: Automata fosse suddiviso in missioni da completare in successione. In realtà il lavoro di Yoko Taro è un JRPG al cento per cento, con una mappa di gioco liberamente esplorabile densa di NPC e missioni secondarie. Meccaniche tradizionali come questa si mescolano all’eccellente battle system di PlatinumGames e a variazioni eccentriche come le sezioni shooter, l’hacking (sì, c’è anche questo) e altre che vi lasciamo il piacere di scoprire.

[caption id="attachment_169831" align="aligncenter" width="600"]Nier Screenshot Il gioco cambia spesso prospettiva, trasformandosi in un action 2D[/caption]

Per comprendere la trama di NieR: Automata non vi servirà aver giocato il predecessore, anche se vi consigliamo caldamente di recuperarlo a prescindere. La Terra è stata invasa da un’armata di bio macchine, che fanno il lavoro sporco per una misteriosa razza aliena. Sconfitti e sterminati, gli esseri umani superstiti sono scappati sulla luna. Qui hanno dato vita ad una forza armata di letali androidi, gli YoRHa, che una battaglia alla volta tentano di riconquistare la Terra. Ma il plot è colmo di colpi di scena, sotto trame e cambi di direzione. E per cogliere ogni sfumatura della narrazione dovrete ripercorrere l’avventura più e più volte, visto che i finali totali sono 26, uno per ogni lettera dell’alfabeto. Alcuni sono più degli ester egg (come quello che ho sbloccato morendo al primo boss, quindi prima di attivare il sistema di salvataggio!). Altri sono delle vere e proprie diramazioni della storia, assolutamente da non tralasciare. Come altre opere di Yoko Taro, il gioco è ricco di riferimenti a stilemi ma anche storture tipiche della produzione videoludica, trasformandosi in una sorta di meta-videogioco in varie occasioni. Nonostante un tono assolutamente oscuro, vi capiterà spesso di sorridere per l’autoironia dell’autore, traslata in una sceneggiatura cesellata con grande abilità.

Il gameplay è ricco di elementi accessori che accompagnano l’esplorazione ed i combattimenti. Possiamo potenziare le nostre due armi creando set separati che possiamo richiamare al volo durante gli scontri. Ci sono nuove skill da insegnare al Pod che fanno un po’ le veci di potenti magie. E non manca la personalizzazione di 2B attraverso uno strano meccanismo di chip da inserire sulla scheda madre della robotica protagonista. I chip corrispondono ad abilità passive ed attive ed occupano un numero preciso di spazi. Ciò ci permette di installarne una quantità limitata, ovviamente espandibile acquistando potenziamenti negli appositi negozi. Ah, fate attenzione a non rimuovere quelli indispensabili al corretto funzionamento di 2B, o ne causerete la morte istantanea!

[caption id="attachment_169833" align="aligncenter" width="600"]Nier Screenshot Alcune boss fight sono davvero fuori di testa.[/caption]

Yoko Taro e i suoi collaboratori hanno dato vita ad un titolo pregno di atmosfera e a personaggi assolutamente memorabili, frutto di un lavoro di character design assolutamente eccelso. Per portare sulle nostre Playstation 4 (e a breve anche su PC) le avventure di 2B, i PlatinumGames hanno confezionato un motore grafico dedicato pensato appositamente per coniugare la visione di Taro con le esigenze dettate dal battle system. Questo significa un engine in grado di girare a 60 frame per secondo ed allo stesso tempo di offrire al giocatore vaste zone liberamente esplorabili senza caricamenti intermedi. Sono stati fatti evidenti sacrifici per ottenere la fluidità voluta, così che troviamo una mole poligonale non certo eccelsa e texture a tratti che sembrano arrivare dalla generazione passata. In compenso 2B si muove con animazioni splendide ed in modo perfettamente fluido. A nostro parere il risultato è più che buono, soprattutto in movimento, e grazie all’ottima direzione artistica, non mancano scorci memorabili. Ma non mancano anche cali vistosi del frame rate e saltuari bug. Con l’ultima patch la situazione è nettamente migliorata, ma speriamo gli sviluppatori lavori ulteriormente all’ottimizzazione del gioco.

Infine dobbiamo dedicare dello spazio al lavoro di Keiichi Okabe, il bravissimo compositore che aveva già dato i natali ad una delle colonne sonore più belle degli ultimi anni per il primo NieR. Con questo seguito è riuscito a bissare, proponendo un accompagnamento musicale davvero magistrale, fatto di voci femminili che cantano in lingue inventate appoggiate su morbidi letti di archi disturbati da potenti percussioni. Una commistione di generi interessante quanto memorabile che forse non tocca le vette di varietà e creatività del predecessore, ma ci si avvicina senza timore alcuno e completano così un’opera estrosa e davvero unica.

Diteci se non vi esalta combattere contro un boss mentre sentite questa musica:

https://www.youtube.com/watch?v=k1qyjLdnivI

NieR: Automata è proprio questo, un’opera unica, di quelle che finisci con l’amare follemente nonostante i suoi difetti, anzi, forse proprio grazie ai suoi difetti. Un comparto tecnico castrato per girare a 60 FPS tutt’altro che stabili è forse l’unico vero problema serio di un prodotto che ha però tantissimo da offrire. Se l’idea di giocare a qualcosa di estremamente diverso non vi spaventa e anzi vi affascina, correte a comprare NieR: Automata, non ve ne pentirete di sicuro. E ricordate, se dopo una decina di ore sarete arrivati alla fine, non sarete nemmeno a metà del vostro viaggio.

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