Nick Banana - Gli Anni Segreti, la recensione
Recensione di Nick Banana, fumetto satirico che vede l'esordio del blogger Nicolò "Nebo" Zuliani ai testi, l'autore di Bagni Proeliator
Alpinista, insegnante di Lettere, appassionato di quasi ogni forma di narrazione. Legge e mangia di tutto. Bravissimo a fare il risotto. Fa il pesto col mortaio, ora.
Nick però ha smesso, non ne poteva più. Per ragioni sue ora sta dall'altra parte della barricata. Ha sabotato un evento del Movimento ed è fuori dal giro. Se non fosse per l'appello di un piccolo e insignificante addetto alla comunicazione del Partito Confuso, principale avversario del movimento di Beppe Grullo, che lo richiama disperato per le prossime elezioni, non vorrebbe più saperne di politica. Ma bisogna trovare un candidato che possa sconfiggere l'armata incazzata dei Cinque Stalle o il mondo come lo conosciamo potrebbe non avere un futuro. Nick salta sul carro ed è disposto a creare un male forse ancora più grande di quello che vuole sconfiggere, pur di dare una speranza all'Italia e guadagnare, nel frattempo, una colossale paccata di soldi. Un male, però, abbastanza idiota da essere controllabile. Il sindaco venditore di pentole Benzi è quel che fa per lui.
Un albo che ha un pregio: fare satira raccontando una storia e non limitandosi a delle situazioni. Nick è un personaggio senza percorso, con una personalità fortissima e immutabile, quasi una maschera della (triste) commedia dell'arte, ma è anche la guida lungo il cammino del candidato che sta seguendo, che sta plasmando e addestrando alla battaglia campale che ci attende. Satira narrativa e non in pillole che manca abbastanza nel fumetto del nostro Paese in generale, che tende a sfociare nella parodia. Nick Banana, invece, si addentra senza paura negli argomenti, illustra la visione del mondo cinica e spietata del suo personaggio e, tra le righe, anche quella di Nebo, che i lettori di Bagni Proeliator riconoscono a naso.
Il motivo di questa mancanza di risate? Qui temiamo di fallire nel nostro compito di recensori. Non sapremmo dirlo. Forse un po' di accumulo nella sceneggiatura, realizzata a quattro mani con Michele Monteleone, o, più probabile, una sensazione di già visto e già letto in rete, in mille commenti di twitter, nelle storie dello stesso Nebo e nelle battute di centinaia di altri commentatori dissacranti del costume e della nostra sciagurata politica. Sta di fatto che in realtà la vicenda scorre bene, intrattiene e non annoia, si riconoscono molto chiaramente i momenti comici, cotruiti anche con tempi discreti. Ma non ci ha smosso le mascelle. Il prodotto è ben confezionato, è un tentativo tutto sommato riuscito e di cui si sentiva il bisogno. Ci sentiamo di consigliarlo a chi abbia dell'ironia e dell'autoironia da spendere, oltre al prezzo di copertina. Se siete abituati a prendervi molto sul serio, come consigliato nella prefazione del Doc Manhattan, lasciate perdere... proprio non fa per voi.