Ni no Kuni: La minaccia della Strega Cinerea Remastered, fosse uscito ieri ci credereste | Recensione
Tra skill da apprendere salendo di livello e nuovi famigli a cui dare vita grazie al calderone, Ni No Kuni: La minaccia della Strega Cinerea Remastered svela un gameplay sfaccettato, profondissimo, tutt’altro che superato
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
Ni no Kuni: La minaccia della Strega Cinerea | Recensione
Il Destino di un Regno, secondo capitolo della saga ruolistica di Level-5, pur nella magnificenza di un comparto artistico sublime, pur fregiandosi di un gameplay profondo e accondiscendente nei confronti del videogiocatore contemporaneo, ci ha lasciati con un lieve retrogusto amaro, delusi da una trama restia ad affrontare con il giusto piglio certe tematiche, scandagliate con dovizia e tatto, al contrario, dal prequel.
[caption id="attachment_200196" align="aligncenter" width="1000"] Durante i combattimenti prenderete il controllo di un eroe per volta, lasciando che l’I.A. gestisca le mosse dei compagni, nel pieno rispetto delle strategie preimpostate per loro nell’apposito menù[/caption]
I toni delicati, eppure tremendamente drammatici in certi frangenti, sfoggiati in ogni dialogo, a ogni cut-scene, sono ancora immutati e al loro posto, pregio più evidente di una produzione che oggi, a distanza di otto anni dall’originaria release su PlayStation 3, è ancora attualissima e godibilissima.
L’equilibrio dello script è tale che persino l’assenza di veri e propri colpi di scena sembra una scelta cosciente degli sviluppatori, volta a catalizzare l’attenzione dell’utente sull’evoluzione dei personaggi, piuttosto che su quella della trama di per sé.
Anche il gameplay, dal canto suo, non sembra affatto invecchiato. Meno malleabile di quello concepito per il sequel, Ni No Kuni: La minaccia della Strega Cinerea si affida a combattimenti a turni che non limitano i movimenti degli eroi sul campo di battaglia, in cui ogni membro del party è scortato e sostenuto da un terzetto di famigli. Se i personaggi principali possono colpire, schivare, utilizzare gli oggetti non appena il cooldown è scaduto, i buffi aiutanti sono gestiti interamente dall’I.A. in furiose e brevi offensive. La particolarità del combat system, difatti, risiede proprio nella frequenza con cui dovrete sostituire ed alternare i piccoli compagni, sia per rispondere al meglio agli attacchi degli avversari, sia per non restare a corto di potere offensivo.
Tra skill da apprendere salendo di livello e nuovi famigli a cui dare vita grazie al calderone dove sperimentare formule magiche, Ni No Kuni: La minaccia della Strega Cinerea svela un gameplay sfaccettato, profondissimo, tutt’altro che superato.
[caption id="attachment_200197" align="aligncenter" width="1000"] La prima parte dell’avventura, in cui Oliver si troverà solo con i suoi famigli ad affrontare ogni nemico, risulterà particolarmente complessa e complicata.[/caption]
Questa edizione remastered, come il titolo lascia supporre, non aggiunge alcun nuovo contenuto, né si preoccupa di modificare le meccaniche ludiche. Rinnovato da una risoluzione in HD, il comparto grafico brilla ancor più di luce propria, regalando più colore ad ogni ambientazione, ma evidenziando al contempo la scarsa modellazione poligonale dei personaggi che si muovono sullo schermo, una piccola sbavatura che non influisce più di tanto sullo spettacolo a cui assisterete, ma che testimonia il passare del tempo sulla pelle della creatura di Level-5.
Ni no Kuni: La minaccia della Strega Cinerea Remastered è un gioco di ruolo tutt’ora in grado di stupire e divertire. Artisticamente eccelso, è sorretto da una trama per nulla scontata e da un gameplay profondo. Nonostante le quest secondarie non brillino per inventiva e sia necessario un po’ di grinding per superare alcuni passaggi particolarmente ostici, il ritmo dell’epopea terrà comunque incollati gli amanti del genere e chi puntualmente resta stregato dai lungometraggi dello Studio Ghibli.
Piacevolissimo oggi come ieri.