The Next Three Days - La recensione

Un uomo e' pronto a tutto pur di liberare la moglie, che ritiene essere accusata ingiustamente di un omicidio. La pellicola con Russell Crowe oscilla tra il ridicolo e il folle...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

Titolo The Next Three Days
RegiaPaul Haggis
Cast
Russell Crowe, Elizabeth Banks, Brian Dennehy, Lennie James, Olivia Wilde, Ty Simpkins
Uscita08-04-2011 

Non so se sia qualcosa di cui vantarsi, ma ero tra i pochi che difendeva Paul Haggis anche ai tempi di Crash, quando molta stampa nostrana lo riteneva falso e banale. Magari non meritava l'Oscar, ma neanche certi giudizi severi, a mio modestissimo avviso.

Così, arrivo a vedere questo film dicendomi che non potrà essere male e anche per la presenza di Russell Crowe mi sento di nutrire buone speranze. Aspettative che sembrano confermate dall'inizio, misterioso e intrigante, cosi come dall'ambiente familiare che ci viene mostrato in maniera rapida e accurata.

Purtroppo, tutto il resto è una bella delusione, quasi una batosta. Dov'è finito il Paul Haggis che metteva tutto in discussione, magari in maniera poco sottile, ma comunque mostrando delle contraddizioni sociali importanti? E soprattutto, come e' possibile che uno sceneggiatore cosi esperto accetti di passare sopra a dialoghi e situazioni assolutamente assurde? Insomma, cosa ci ha visto Haggis in questo casino?

In particolare, cosa hanno fatto di male i poliziotti a Haggis per essere tratteggiati tutti come degli idioti? E la scelta delle musiche folli? Ma a proposito di follia, una scena in autostrada è decisamente una delle cose più deliranti viste ultimamente. E in generale, quello che avviene negli ultimi venti minuti ha poco di sensato. 

Anche la via crucis del protagonista sembra troppo estrema per risultare reale. Così, la naturalezza con cui ci vengono presentate alcune scelte lascia ancora più stupiti, mentre il nostro eroe adora fare l'incapace che si ritrova in situazioni disastrose. Il tutto mentre i comprimari intorno a lui non fanno che prenderlo in giro, tanto che alla fine si tende al fantozzesco. Il punto è che Crowe, nonostante una prova discreta, non sembra la persona giusta per un ruolo del genere. Troppo solido per arrivare a una tale goffa follia. E peraltro la regia non ha dei guizzi in grado di esprimere questa follia in maniera visionaria.

Spiace dirlo, ma Elizabeth Banks non è all'altezza di un ruolo cosi delicato e importante. E' difficile vederla nella parte di una donna accusata di omicidio e che sta vivendo momenti impossibili. L'ambiguità dovrebbe essere la parola chiave, ma non è il caso di pretenderla da lei, che non ammette mezze misure. 

Non è eccitante neanche vedere Liam Neeson in un cammeo come esperto di evasioni. Il suo dovrebbe essere un ruolo drammatico, ma rischia di finire nel folcloristico. Almeno, avrebbe dovuto servire al protagonista per capire cosa fare per sopravvivere, ma invece lui adora fare tutto il contrario di quello che gli era stato suggerito. 

Insomma, non mancheranno i detrattori pronti a sparare contro il solito Haggis ricattatorio e sentimentale. Solo che questa volta mi aggiungo al coro...

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