New Mutants: Anime morte, la recensione
Abbiamo recensito per voi New Mutants: Anime morte, opera Marvel di Matt Rosenberg e Adam Gorham
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Tra i tanti ritorni a cui stiamo assistendo in questo periodo, c'è anche quello dei New Mutants, precedentemente noti nel nostro Paese come Nuovi Mutanti. Anime morte è il titolo della miniserie originariamente pubblicata dalla Marvel lo scorso anno, scritta da Matthew Rosenberg (Uncanny X-Men), disegnata da Adam Gorham (Rocket) e recentemente presentata da Panini Marvel Italia in un unico brossurato da fumetteria. Ad assemblare la nuova iterazione del team è Karma, uno dei suoi membri fondatori, la quale chiama a sé vecchie conoscenze come Magik, Wolfsbane, Rictor, Boom Boom e il veterano di X-Factor Guido Carosella, in arte Forzuto.
La natura episodica contribuisce a mantenere alti la tensione e il ritmo della miniserie, dando vita a una lettura di notevole intensità, ricca di colpi di scena e trovate sorprendenti. Sebbene tra queste pagine ci siano riferimenti al passato del team e non solo (chi ha seguito X-Factor di Peter David è avvisato), lo scrittore di Uomo Multiplo confeziona un racconto accessibile a chiunque possieda uno straccio di cultura mutante, anche a chi non ha avuto il piacere di leggere la storica run di Chris Claremont o le successive.
Attorno alla sorellina di Colosso si sviluppano interazioni inedite e intriganti che in qualche modo ripropongono una versione distorta dello spirito che permeava le storie dedicate alla Seconda Genesi degli X-Men. Certo, a questa mandria di rincalzi manca il carisma di Wolverine, la regalità di Tempesta o la solida leadership di Ciclope, ma la bravura di Rosenberg sta proprio nel rendere queste mancanze dei punti di forza, orchestrando le tante anime (vive o morte) di questa storia per tirar fuori il meglio da coloro che, per sua stessa ammissione, sono sempre stati gli underdog del sottobosco mutante.
L’unico aspetto che non convince del tutto di questo volume è legato al lavoro di Gorham, che alterna tavole convincenti ad altre decisamente meno curate, con pose ingessate che penalizzando la fluidità delle sequenze più concitate. Le colorazioni di Michael Garland riescono a conferire un intrigante tono horror al racconto, in particolare nelle pagine ambientate nel Connecticut, dove anche Gorham riesce a esprimersi al meglio, ma in generale la qualità artistica del brossurato risulta altalenante.
Il meglio di questo fumetto sta dunque nei testi: l’amore di Rosenberg per i Figli dell’Atomo sta dando vita a storie che mantengono vivo lo spirito primigenio degli Uomini-X ma senza rinunciare a un approccio moderno e originale. New Mutants è uno dei più fulgidi esempi di tutto ciò, e non vediamo l'ora che le sue trame confluiscano nella nuova incarnazione di Incredibili X-Men.
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