New Mutants 1, la recensione
Il primo numero di New Mutants unisce suggestione care alle serie originale a una componente artistica ricercata e d'impatto, vero punto di forza del titolo
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Dopo la pubblicazione dei primi numeri di X-Men e Marauders, continuiamo a scoprire i titoli targati Dawn of X. Completata la costruzione del nuovo status quo mutante con le miniserie House of X e Powers of X, Jonathan Hickman porta avanti il suo ambizioso progetto sulle pagine di New Mutants, serie scritta insieme a Ed Brisson e disegnata da Rod Reis.
Rispetto alle altre testate fin qui proposte, New Mutants è quella che più gioca con la nostalgia: ci troviamo di fronte alla nuova generazione di eroi pronti a contribuire all'attuale causa mutante, e sin da subito appare evidente la volontà di Hickman e Brisson di puntare su dinamiche di gruppo già consolidate, in un ponte ideale con la serie primigenia.
In questo esordio, trovano spazio anche diversi spunti riconducibili a quanto narrato dallo stesso Hickman nelle due miniserie che hanno innescato la rivoluzione mutante: grazie agli studi di Cypher e Mondo, ad esempio, comprendiamo meglio alcuni aspetti della biologia dell’isola senziente e dei giunti.
"New Mutants si inserisce organicamente nel grande affresco della nuova era degli X-Men conducendoci in uno scenario alternativo."Nella sua interezza, il primo numero di New Mutants si inserisce organicamente nel grande affresco della nuova era degli X-Men conducendoci in uno scenario alternativo - lo spazio - e regalandoci una buona dose di siparietti divertenti. A voler cercare il pelo nell’uovo, appare poco chiara la direzione che prenderà la serie, dato il repentino cambio di ambientazione, così come il ruolo che la giovane squadra avrà nel corso della vicenda.
Questo aspetto non va a intaccare il risultato finale, vista anche l’eccellente prova di Reis al tavolo da disegno. Lo stile peculiare dell’artista brasiliano rende l'esperienza di lettura molto soddisfacente, richiamando alla mente la ricercatezza estetica della storica run di Chris Claremont e Bill Sienkiewicz. Quelle che ci troviamo di fronte sono tavole di grande pregio, in cui la recitazione dei personaggi risulta fluida in ogni passaggio e colpisce la capacità di descrivere scenari così diversi mantenendo invariato l’approccio stilistico e la cura dei dettagli.
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