Neverland - un sogno per la vita
Esce il 4 Febbraio il film basato sulla storia di James Barrie, il creatore di Peter Pan. Un cast eccezionale (Johhny Depp, Kate Winslet e un notevole Freddie Highmore) per un dramma malriuscito.
La storia è la versione romanzata di eventi realmente accaduti: il rapporto tra James Barrie, il commediografo che creò la favola di Peter Pan, e la famiglia Llewelyn Davies. Nella realtà Barrie conobbe Sylvia e i suoi figli ben prima che il marito morisse, nella realtà aveva anche intenzione di sposarla alla morte di lui. Nel film la cosa importante non è il rapporto d'amore tra loro due, ma il ruolo di Barrie nella vita di questa famiglia (ed è per questo che viene specificato che il marito di Sylvia è già morto), e l'ispirazione che riceve dai bambini - coi quali ama passare ore e ore a giocare. E' grazie a questo che riesce a scrivere la sua commedia di maggior successo, Peter Pan - il cui protagonista ricalca uno dei figli della signora Llewelyn Davies, Peter appunto. Ma la tragedia è dietro l'angolo, e mentre Barrie cerca di insegnare al piccolo Peter a non voler perdere la propria innocenza di bambino per sfuggire al dolore della perdita del padre, deve attraversare uno dei momenti più bui della sua vita, assistendo al tradimento di sua moglie e alla malattia di Sylvia.
Se fosse questa specie di figura strana e triste quella che il film vuole rappresentare, tutto funzionerebbe a meraviglia. Ma a quanto pare la responsabilità di ciò che accade sembra non essere di Barrie, ma dello snobismo di sua moglie e della madre di Sylvia, mentre il commediografo appare come una personalità incompresa. Peter Pan, poi, è la geniale trovata di un malinconico commediografo che vuole rappresentare lo stupito bambino che è in tutti noi e che non vuole mai crescere, non la creazione di un borghese che preferisce rifugiarsi nell'immaginazione piuttosto che affrontare la crisi del proprio matrimonio come invece appare in questo film.
Al di là del significato intrinseco di Neverland, la difficoltà principale sta nel ritmo forzato di alcune scene, come quando il gioco dell'aquilone viene utilizzato per presentare i caratteri dei personaggi e l'impostazione educativa della madre - soluzione piuttosto banale. Scontata anche la regia di Marc Foster (tedesco al suo esordio americano con Loungers, seguito da due nomination all'Oscar per Monster's Ball, di cui una trasformatasi in statuetta per Halle Barry), che per mostrare la fusione tra immaginario e reale accosta riprese quasi oniriche (e in definitiva spesso grottesche) agli eventi reali.
Ma sopra a tutti sta il piccolo Freddie Highmore, dodicenne talentuoso cui la regia di Marc Foster ha dedicato una delle scene madri del film (peraltro discutibile nella resa e nel montaggio finale, con strane zoomate) in cui Peter, in una specie di crisi isterica, distrugge il teatrino che aveva costruito e intima a Barrie di dirgli la verità su sua madre.
Senza attori così Neverland sarebbe un drammone strappalacrime moralista. Grazie a loro (e alla stupenda fotografia, per la quale probabilmente otterrà un Oscar) ci troviamo davanti a un discreto spreco di talenti.
voto: 6