La neve di Stalingrado, la recensione
Abbiamo recensito per voi La neve di Stalingrado, di Davide La Rosa e Valerio Befani
Il periodo storico di riferimento è la Seconda Guerra Mondiale, la Battaglia di Stalingrado che mette contro l'esercito tedesco (con i suoi alleati italiani) e quello sovietico. Il risultato è raccontato dalla storia: la disfatta italiana e tedesca non è soggetta a opinioni e, nonostante le ingenti perdite subite da tutti gli schieramenti in campo, al termine resta una sconfitta impietosa e univoca.
Dietro agli uomini incombono le ombre delle nazioni: un'Unione Sovietica che tratta il suo popolo come carne da cannone, abbandonato negli edifici in attesa dell'arrivo del Generale Inverno, e la Germania, impersonata da Hitler, che piuttosto che arrendersi manda al (gelido) martirio tonnellate di soldati.
Il fumetto, diviso intelligentemente in due parti, inverte i ruoli di assediante e assediato, capovolgendo il favore della guerra vicendevolmente tra i due schieramenti. Il peso così grande di un flebile vantaggio riesce comunque a spostare l'asse su cui viaggiano le sorti di una guerra che, al termine, appare come se fosse stata già scritta dall'inizio, come il destino di ogni eroe.
In chiusura, è doveroso sottolineare la cura che Giulio A. Gualtieri ha impiegato nel realizzare una miniserie che nella scelta oculata delle storie e nel loro numero ristretto ha fatto il suo punto di forza, proponendo mese dopo mese quattro specchi tanto simili nell'impostazione narrativa (un po' come ogni guerra assomiglia all'altra) eppure tanto diversi nelle voci e nelle singole vicende.
Gli autori di questa e delle precedenti storie (Le nebbie di Caporetto, La pioggia di Alesia e Il sole di Austerlitz) hanno espresso sempre con grande chiarezza i contenuti di ogni singola vicenda, mostrando delle tragedie umane che da sole raccontano intere epoche storiche. Gli ideali restano immutati nel corso dei secoli, proprio come nel tempo non è mutato il loro utilizzarli per creare altri incessanti conflitti.