Nessuno ti salverà, la recensione

La lotta contro gli alieni non è niente di entusiasmante, ma è così commovente e forte il finale che, se si ripensa a quello che si è visto in prospettiva, il film si illumina di tutta un’altra luce.

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La recensione di Nessuno ti salverà, disponibile su Disney+ dal 22 settembre

Premessa: Nessuno ti salverà è un horror Disney, quindi è bene non aspettarsi nulla di terrorizzante. Non che sia una giustificazione per qualsivoglia errore, perché certamente non si tratta di un film perfetto. Tuttavia, in questo specifico caso, tenere a mente questa premessa è essenziale, poiché Nessuno ti salverà è uno di quei rari film che cambia totalmente in base a come lo si vede.

Scritto e diretto da Brian Duffield, Nessuno ti salverà è la storia di Brynn (Kaitlyn Dever), una ragazza solitaria e silenziosa che passa le sue giornate decorando modellini e organizzando una vita scrupolosa e “perfettina” all’interno della sua grande casa di bambola. Capiamo che c’è un grande trauma nel suo passato legato alla migliore amica di infanzia, e che il suo mutismo selettivo ne è una diretta conseguenza. In cosa consista esattamente questo trauma lo capiremo solo alla fine (è il vero tirante della storia), e Brynn lo affronterà attraverso la lotta reale - ma chiaramente metaforica - con degli invasori extraterrestri che le piombano in casa, terrorizzandola.

Per tutto l’inizio e buonissima parte del film, Nessuno ti salverà sembra più che altro un’idea già vista e rivista senza alcuna originalità, uno spunto da cortometraggio sbrodolato in un tempo da film - e che tra l’altro la regia di Duffield non sembra voler migliorare. Almeno apparentemente. Scegliendo di seguire la nottata di Brynn quasi in tempo reale, il film infatti non fa altro che mostrare la lotta fisica della ragazza con gli alieni e, come fosse una scelta consapevole, il montaggio ci fa vedere sempre più del dovuto: uno stacco che fatica ad arrivare e che smonta la tensione, alcune goffaggini di messa in scena, ma soprattutto la visione da subito integrale dell’alieno che, reso con una CGI piuttosto grossolana, non incute alcuna paura e anzi fa quasi tenerezza. 

Quando però Nessuno ti salverà arriva a tirare le fila del suo discorso, ecco che questa “visione forzata” e questa apparente ingenuità diventano perfettamente sensate, giuste per il tipo di film, per il messaggio che vuole dare. Nel momento infatti in cui Brynn affronterà davvero il suo trauma, Nessuno ti salverà carica di significato tutto quello che abbiamo visto, diventando non più una metafora blanda di un malessere generico ma un delicato percorso narrativo dove l’horror viene pienamente usato (e in modo giusto per il suo pubblico) nella sua declinazione più profonda: quella terapeutica e catartica. Gli alieni erano lì per un motivo, la goffaggine e la visione erano volute. Tutto aveva un senso specifico: bastava avere pazienza.

La lotta contro gli alieni non è davvero niente di entusiasmante, ma è così commovente e forte quel punto di arrivo, il modo in cui dà sollievo al personaggio e le cambia l’esistenza (tra l’altro senza che questa dica una sola parola in tutto il film…) che se si ripensa a quello che si è visto in prospettiva, il film si illumina di tutta un’altra luce. Che bello lasciarsi sorprendere.

Siete d’accordo con la nostra recensione di Nessuno ti salverà? Scrivetelo nei commenti!

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