Neonomicon, la recensione
Abbiamo recensito per voi Neonomicon, opera di Alan Moore, Antony Johnston e Jacen Burrows che rielabora la narrativa horror di H.P. Lovecraft in chiave moderna
Volendo presentare a un neofita Neonomicon si farebbe presto a dire che in questo fumetto il Bardo di Northampton incontra la narrativa di H.P. Lovecraft, uno dei romanzieri del XX secolo che ha contribuito in maniera significativa a rendere l'horror un genere di massimo rispetto. Questa sintetica affermazione sarebbe però sin troppo riduttiva per esprimere al meglio la potenza narrativa (e visiva) di questa storia.
Nella realizzazione di Neonomicon, Moore parte dall'assurdo che gli eventi narrati nelle opere di Lovecraft, su tutti quelli inerenti al cosiddetto Ciclo di Cthulhu, si siano verificati per davvero nell'America rurale del XX secolo, specie nella cittadina nota come Salem, nel Massachusetts (e sulla mitologia legata a questa località si potrebbero scrivere svariati trattati e saggi). Dunque, Lovecraft non ha inventato un bel niente, ma si è limitato a essere testimone di eventi straordinari, per poi parafrasarli in romanzi e racconti.
Per sviscerare i quasi infiniti riferimenti, citazioni e veri e propri tributi presenti in quest'opera, non basta di certo questa recensione. Basti partire dal titolo, che cita e rielabora il mito del Necronomicon, il Libro dei Morti, presente in un numero incalcolabile di opere di narrativa, cinematografiche, teatrali e televisive. E non pensate di certo che le influenze alle quali Moore ha attinto per realizzare questa storia (la consideriamo come unica, come è giusto che sia) si limitino a Lovecraft: in Neonomicon ritroverete anche E.A Poe, Robert W. Chambers e il suo Il re in giallo (qualcuno ha detto True Detective?), oltre che William S. Burroughs e Jorge Luis Borges. E questo solo per citarne alcuni.
E poi c'è l'elemento addizionale che Moore aggiunge a questa magico calderone: quello della sessualità, dell'erotismo. Non è mistero che siano in molti a vedere nell'intera narrativa lovecraftiana una sorta di sfogo represso e soffocato da parte di un uomo che, secondo quanto ci tramandano le biografie in maniera più o meno attendibile, ebbe non pochi problemi con il suo ego sessuale: del resto, la leggenda narra che nel corso dell'infanzia Lovecraft fosse obbligato a vestirsi da bambina per volere della madre... Cosa succede, dunque, se gli impliciti riferimenti al sesso fatti dallo scrittore divengono (molto) espliciti e vengono portati alla luce del sole, fungendo da vera e propria chiave di volta attorno alla quale ruota tutta la narrazione? Lo scoprirete leggendo Neonomicon.
Spendiamo due righe, consapevoli che ne meriterebbe molte di più, per il disegnatore di quest'opera, Jacen Burrows: l'artista americano è davvero perfetto per illustrare un racconto di questo tipo, il cui stile è più secco ed essenziale rispetto a quanto Moore ci ha abituato. Con il suo tratto realistico ed elegante, ma deciso e potente, Burrows riesce a dare degnamente vita a tutto lo sconvolgente e affascinante orrore presente in ogni pagina di questo volume, pagine dotate di uno storytelling preciso e puntuale che rende la narrazione assolutamente fluida e comprensibile anche nei suoi passaggi più intricati.
In conclusione, Neomomicon è un'opera d'impatto, dotata di una forza intrinseca che travolge il lettore, rivoltandolo letteralmente come un calzino. Questo fumetto è l'esempio di come l'horror debba essere trattato in chiave moderna, mai immemore del passato. Di certo, questo non è un volume per tutti, ma una storia dedicata a palati raffinati e stomachi "con il pelo". Lasciateci dire però che si tratta di qualcosa di unico e, per noi, delizioso. Cthulhu vi ama tutti.