Neonomicon, la recensione

Abbiamo recensito per voi Neonomicon, opera di Alan Moore, Antony Johnston e Jacen Burrows che rielabora la narrativa horror di H.P. Lovecraft in chiave moderna

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Una delle opere più recenti e discusse del celeberrimo Alan Moore, Neonomicon, ritorna in Italia con una nuova edizione in un pregevole volume cartonato della linea 100% HD che Panini Comics ha recentemente fatto esordire, come sontuoso antipasto del primo capitolo di Providence, lavoro ontologicamente più che connesso a quella presa qui in esame (ve ne parleremo molto presto).

Volendo presentare a un neofita Neonomicon si farebbe presto a dire che in questo fumetto il Bardo di Northampton incontra la narrativa di H.P. Lovecraft, uno dei romanzieri del XX secolo che ha contribuito in maniera significativa a rendere l'horror un genere di massimo rispetto. Questa sintetica affermazione sarebbe però sin troppo riduttiva per esprimere al meglio la potenza narrativa (e visiva) di questa storia.

È risaputo che tutto ebbe inizio quando Moore scrisse un racconto (in prosa) intitolato Il Cortile e ispirato alla narrativa lovecraftiana, adattata poi a fumetto da Antony Johnston. È così che inizia il revival a fumetti in salsa mooriana dei racconti dello scrittore nato a Providence, ma non è di certo qui che inizia l'amore dello sceneggiatore inglese per Lovecraft: difatti, non è difficile ritrovare "tracce" di quest'ultimo sin dalle prime opere di Moore, Swamp Thing su tutti. Del resto, ciò non sorprende: Lovecraft ha influenzato la narrativa (a fumetti e non) di moltissimi autori che hanno intriso le loro storie di elementi horror, esoterici, metafisici o onirici; basti pensare a Neil Gaiman. Lovecraft infatti, con il suo stile secco, graffiante e incisivo ha saputo scavare a fondo nell'immaginario collettivo di chi gli si è avvicinato, pur non avendo mai mostrato uno stile di scrittura oltremodo gradevole, va detto con tutta l'onestà possibile. Eppure, siamo ancora qui a parlare di lui.

Nella realizzazione di Neonomicon, Moore parte dall'assurdo che gli eventi narrati nelle opere di Lovecraft, su tutti quelli inerenti al cosiddetto Ciclo di Cthulhu, si siano verificati per davvero nell'America rurale del XX secolo, specie nella cittadina nota come Salem, nel Massachusetts (e sulla mitologia legata a questa località si potrebbero scrivere svariati trattati e saggi). Dunque, Lovecraft non ha inventato un bel niente, ma si è limitato a essere testimone di eventi straordinari, per poi parafrasarli in romanzi e racconti.

Nel volume preso in esame, che raccoglie sia la storia in due parti Il Cortile che la mini di quattro Neonomicon (di fatto il sequel della prima), assisteremo a un ritorno in scena dell'opera lovecraftiana ai nostri giorni. Tutto ha inizio con una misteriosa serie di omicidi, ben quindici, perpetuati con lo stesso identico modus operandi da tre diversi assassini, i quali non hanno alcuna apparente connessione tra loro se non quella di aver frequentato lo stesso locale, il Club Zothique, situato nell'aberrante distretto di Red Hook. Un federale esperto di Teoria della anomalie sarà dunque chiamato a investigare, andando di fatto a scoperchiare il proverbiale Vaso di Pandora che era meglio restasse ben chiuso. Nel sequel di questo racconto, continueranno le indagini dell'FBI su questo strano caso, indagini che si sposteranno, appunto, a Salem, e che risveglieranno un mito da tempo sopito e destinato a trascinare il pianeta in una nuova era.

Per sviscerare i quasi infiniti riferimenti, citazioni e veri e propri tributi presenti in quest'opera, non basta di certo questa recensione. Basti partire dal titolo, che cita e rielabora il mito del Necronomicon, il Libro dei Morti, presente in un numero incalcolabile di opere di narrativa, cinematografiche, teatrali e televisive. E non pensate di certo che le influenze alle quali Moore ha attinto per realizzare questa storia (la consideriamo come unica, come è giusto che sia) si limitino a Lovecraft: in Neonomicon ritroverete anche E.A PoeRobert W. Chambers e il suo Il re in giallo (qualcuno ha detto True Detective?), oltre che William S. BurroughsJorge Luis Borges. E questo solo per citarne alcuni.

E poi c'è l'elemento addizionale che Moore aggiunge a questa magico calderone: quello della sessualità, dell'erotismo. Non è mistero che siano in molti a vedere nell'intera narrativa lovecraftiana una sorta di sfogo represso e soffocato da parte di un uomo che, secondo quanto ci tramandano le biografie in maniera più o meno attendibile, ebbe non pochi problemi con il suo ego sessuale: del resto, la leggenda narra che nel corso dell'infanzia Lovecraft fosse obbligato a vestirsi da bambina per volere della madre... Cosa succede, dunque, se gli impliciti riferimenti al sesso fatti dallo scrittore divengono (molto) espliciti e vengono portati alla luce del sole, fungendo da vera e propria chiave di volta attorno alla quale ruota tutta la narrazione? Lo scoprirete leggendo Neonomicon.

Spendiamo due righe, consapevoli che ne meriterebbe molte di più, per il disegnatore di quest'opera, Jacen Burrows: l'artista americano è davvero perfetto per illustrare un racconto di questo tipo, il cui stile è più secco ed essenziale rispetto a quanto Moore ci ha abituato. Con il suo tratto realistico ed elegante, ma deciso e potente, Burrows riesce a dare degnamente vita a tutto lo sconvolgente e affascinante orrore presente in ogni pagina di questo volume, pagine dotate di uno storytelling preciso e puntuale che rende la narrazione assolutamente fluida e comprensibile anche nei suoi passaggi più intricati.

In conclusione, Neomomicon è un'opera d'impatto, dotata di una forza intrinseca che travolge il lettore, rivoltandolo letteralmente come un calzino. Questo fumetto è l'esempio di come l'horror debba essere trattato in chiave moderna, mai immemore del passato. Di certo, questo non è un volume per tutti, ma una storia dedicata a palati raffinati e stomachi "con il pelo". Lasciateci dire però che si tratta di qualcosa di unico e, per noi, delizioso. Cthulhu vi ama tutti.

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