Nella Valle di Elah


Un ex sergente indaga sulla misteriosa scomparsa del figlio, da poco tornato dall'Iraq. Dopo il successo di Crash, Paul Haggis mostra una grande maturità, grazie ad un Tommy Lee Jones immenso...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloNella valle di ElahRegiaPaul HaggisCast

Tommy Lee Jones, Charlize Theron, Frances Fisher, Susan Sarandon, Jason Patric, Josh Brolin, James Franco

 Uscita30 novembre 2007

Per fortuna, la regola del non c'è due senza tre questa volta non è stata rispettata e possiamo dire di aver visto una pellicola sul conflitto mediorientale che funziona. Nella valle di Elah dice molto di più sull'Iraq con degli accenni e delle frasi sussurrate di tutti i verbosi (e inutili) 90 minuti di Leoni per agnelli. E non si trincera dietro ad un buonismo di facciata come The Kingdom, ma affonda il coltello nelle (tante) piaghe di una guerra assurda e devastante per tutte le parti in causa.
Eppure, anche questa pellicola è stata un tonfo al botteghino, anche peggiore delle altre due citate. Cosa è andato storto? Beh, si può pensare che la mancanza di azione abbia tagliato fuori buona parte del pubblico giovanile, così come l'assenza di vere star. Ma ciò non toglie che Paul Haggis mostri una maturità notevole e dei progressi evidenti rispetto alla ruffianaggine di Crash, esordio interessante ma decisamente sopravvalutato.

In effetti, non è certo l'indagine ad essere il punto di forza della pellicola, con il protagonista che sembra a tratti uno Sherlock Holmes eccessivo e che porta ad un finale un po' troppo didascalico. Sono alcuni brevi momenti morti, degli sguardi, dei silenzi che Haggis coglie perfettamente, aiutato in questo da un cast decisamente in palla. Su tutti, ovviamente, si staglia un grandissimo Tommy Lee Jones, ormai volto iconico di un certo cinema americano che non si fa più (anche perché, visto come vanno al botteghino certi prodotti, come il suo Le tre sepolture...). La sua forza mischiata ad una grave incertezza interiore rendono il suo personaggio e la sua interpretazione tra le più avvincenti dell'anno. Basti pensare alla scena della telefonata con la moglie, con una Susan Sarandon che regge perfettamente il suo livello. Anche Charlize Theron (che va complimentata per le parti difficili che si sceglie ultimamente) se la cava bene, tranne alcuni momenti nel finale in cui è decisamente eccessiva. 

Insomma, una pellicola non facile, ma da non trascurare colpevolmente. Anche solo per vedere come issare una bandiera possa avere dei significati molto più contraddittori di quanto siamo portati a pensare...

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