Nei panni di una principessa 3: Inseguendo una stella, la recensione

Stavolta non è la regina e non è la povera ad essere protagonista, ma la terza Vanessa, la ladra che deve aiutarle a prendere un altro ladro

Critico e giornalista cinematografico


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Nei panni di una principessa 3, la recensione

Netflix ha caricato Nei panni di una principessa 3. È di nuovo Natale.

Stavolta nel regno dell’assurdo su cui troneggia una versione di Vanessa Hudgens con accento britannico, coadiuvata da un’altra versione di Vanessa Hudgens solo con accento americano (si erano scambiate stile Il principe e il povero nel primo, solo con i ragazzi al posto della ricchezza), sta per arrivare la Stella di S. Nicola, preziosissimo artefatto che viaggia dritto dalla città del Vaticano. Una specie di creazione a metà tra paganesimo e religione, cioè un oggetto sacro che però fa riferimento ad un santo che la tradizione popolare pagana prima e la Coca Cola poi, hanno trasformato in quello che noi chiamiamo Babbo Natale.

La stella di S. Nicola viene rubata, chissà da chi, e la cosa potrebbe costare una figura terribile al regno nonché la temutissima scomunica, se non la si ritrova prima della rituale accensione dell’albero. Ci vuole un pazzo per prendere un pazzo, viene detto in Demolition Man, e così (come anche in 1997, Fuga da New York) per aiutarli a trovare l’artefatto decidono di liberare una criminale: la terza Vanessa, condannata ai lavori sociali in un convento per aver tentato di sostituirsi alla regina ed essere incoronata nel secondo film. Lei ha una specie di accento della Nuova Zelanda o simili, e a differenza delle prime due è eccessiva in tutto. Tre scambi di persona dopo (stavolta le prime due Vanessa si fingeranno la terza Vanessa, quella eccessiva) tutto sarà bene quel che finirà bene.

C’è sempre meno Natale nel franchise di Nei panni di una principessa (ma gli addobbi allucinanti rimangono), per quanto continui a dominare l’idea dello scambio di identità e l’immagine di una ragazza che può essere più cose. In fondo nessuno si era accorto che la criminale era la principessa prima e qui nessuno si accorge che la criminale vamp con capelli tinti e unghie lunghe è in realtà una nobile. Di classe, coatta, dimessa, intelligente e poi anche sessualmente spregiudicata, lo stesso modello femminile (Vanessa Hudgens) declina se stessa e quindi il proprio modello, in tre versioni che hanno le stesse vite e si sostituiscono.

Tour de force di recitazione per la protagonista che finge tre accenti e usa tre parrucche diverse, in una storia in cui gli uomini sono sempre più marginali, un divertimento per le ragazze, un mezzo per gag, un motore che le muove. Anche la Vanessa criminale, la vera protagonista di questo film, infatti ha due spasimanti, il ladro e un hacker che la sta aiutando.

Tra una citazione di Entrapment (che tanto nessuno del target giusto ha visto) e la backstory struggente del personaggio, Nei panni di una principessa 3 non è per niente inferiore ai primi 2. Certo il livello non è mai stato stellare ma se non altro anche quest’anno il Natale è salvo.

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