Need for Speed, la recensione
Ghost Games ritorna sulla strada con un racing game dall'altissimo tasso di personalizzazione: la recensione di Need for Speed
Con l’obiettivo di aumentarne l’immersività, Ghost Games ha inserito una serie di filmati live action che ci traghetteranno tra le varie porzioni della campagna principale. Un esperimento che non convince affatto ma che fortunatamente è meno invasivo di quel che si potrebbe immaginare: gli intermezzi sono infatti sporadici e i messaggi vocali inviati dai comprimari funzionali ad annunciarci la presenza di nuove competizioni o il raggiungimento di specifici obiettivi. Nonostante questa deriva cinematografica il team non ha però perso di vista il vero cuore di ogni racing game che si rispetti: le corse. I vari eventi sono dislocati all’interno di una mappa liberamente esplorabile, la quale fornisce inoltre la possibilità di raggiungere i punti d’interesse attraverso un pratico teletrasporto. Sono assai numerosi ed appartengono ad alcune macro categorie come sprint, corsa su circuito, corsa a tempo e derapata, con alcune varianti sul tema che donano alle sfide quel pizzico di varietà indispensabile a tenere alto l’interesse di ogni giocatore.
Il track design aumenta gradualmente di qualità, inizialmente si affrontano piste non troppo complesse, che fungono da vero e proprio tutorial, così da permettere ad ogni giocatore di prendere confidenza con il sistema di controllo, mano a mano che si progredisce assumono forme sempre più articolate ed è richiesta quindi una certa maestria con il volante per evitare l’ultima posizione. Essendo quella PC l’edizione da noi testata sono già presenti fin dal principio tutti gli aggiustamenti all’intelligenza artificiale apportati nei mesi scorsi alla versione console. Gli avversari, seppur non siano poi troppo svegli nelle prime ore della campagna, sono in media discretamente competitivi e tarano ad un buon livello la difficoltà del gioco.
"L’elemento che stupisce maggiormente di tutta la produzione è l’altissimo tasso di personalizzazione"[caption id="attachment_152801" align="aligncenter" width="600"] Need for Speed - screenshot[/caption]
Assai complessa è la questione inerente la necessità di una connessione online costante per poter giocare a Need for Speed. L’idea alla base è la medesima che si può osservare in produzioni quali Destiny, ovvero un mondo dinamico ed in costante evoluzione con avversari guidati dall’intelligenza artificiali così come giocatori in carne ed ossa pescati casualmente dalla rete. In questo modo nel disegno concepito dal team di sviluppo vi sarebbe addirittura la possibilità di trasformare ogni gara single player in una sfida tra giocatori; a conti fatti però ciò avviene assai di rado tanto che, paradossalmente, è addirittura difficile scovare qualcuno disposto ad accettare inviti ad una partita. Insomma, niente connessione, niente Need for Speed: eppure l’opzione per giocare una partita completamente isolati da altri giocatori reali esiste, come mai non è fruibile anche offline? Fortuna che l’infrastruttura dei server di gioco è robusta e non abbiamo praticamente mai riscontrato difficoltà di accesso o disconnessioni.
Sebbene non perfetto, Need for Speed si propone agli utenti come un racing game arcade solido e ricco di opzioni. Si può personalizzare praticamente ogni aspetto dell’auto, andando addirittura a plasmare il modello di guida, che a seconda delle esigenze del singolo giocatore diventerà ora arcade, ora più simulativo. Un motore grafica, il Frostbite, in forma smagliante e perfettamente ottimizzato per l’occasione, che risulta fluido e spettacolare anche sulle configurazioni PC di fascia medio/bassa è la ciliegina sulla torta. Ghost Games sembra aver intrapreso con decisione la via che potrebbe portare alla rinascita della serie.