Necropolis, la recensione

Il Dark Souls dei roguelike indie: la recensione di Necropolis

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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La Necropoli è nel caos. Antichi soldati posseduti, guardiani meccanizzati impazziti e abomini deformi pattugliano sale e corridoi della città dell’eterno riposo, Valhalla di un pantheon di indomiti eroi e divinità consumate dai millenni. La Necropoli è luogo di confine, limes tra riposo eterno e immortalità, irrispettosamente devastata dalla cieca furia di creature prive di senno, incitate e sfidate, chissà da chi, chissà perché, a dissacrarne ogni anfratto con la sola insolente presenza. Lo Sfrontato, apparentemente incaricato di mantenere pace e ordine, è inerme, inchiodato nella sua statuaria e immobile forma fisica, incapace di affrontare in prima persona l’orda blasfema. L’oscura figura che varca la soglia della Necropoli siete proprio voi, generico ma fascinoso temerario, frutto di un rapidissimo processo di modellamento tramite l’editor-non-editor che vi accoglierà al primo avvio del software, unica speranza vivente di rimettere le cose al proprio posto.

Nome altisonante e passato misterioso, verrete introdotti senza troppi preamboli in questa suggestiva location, iniziando immediatamente (e quasi istintivamente) a respirarne il lore. Non mancano iscrizioni intraducibili sui muri, né sentieri infiniti che conducono sempre più in profondità, sempre più nel cuore del cimitero in cui è custodito un tesoro dall’inestimabile valore. Non manca, insomma, tutto ciò a cui anni e anni di prodotti fantasy ci hanno abituato, compreso un potentissimo nemico da abbattere, non prima di aver superato indenni centinaia di ostacoli. Non ci saremmo aspettati, semmai, la carica comica e ironica che permea e sprigiona costantemente l’epopea.

[caption id="attachment_158842" align="aligncenter" width="508"]Necropolis screenshot 1 Ecco lo Sfrontato in tutta la sua altisonante magnificenza. All’inizio viene spontaneo prenderlo sul serio.[/caption]

Lo Sfrontato, nonostante il suo aspetto altisonante, è un burlone, una stramba entità dalla battuta sempre pronta. Ci accoglie all’ingresso della necropoli mostrandoci un affresco in cui sono riportati i comandi di gioco, poi inizia a confonderci narrando di divinità sbadate, irascibili, impacciatissime. Una compilation di miti e leggende assolutamente sconclusionata, confusionaria, fine a sé stessa. Si ride con la stessa frequenza con cui si rimane spiazzati, progressivamente sopresi e insieme consapevoli di essere sbigottiti testimoni di un’avventura senza una vera e propria trama, spaesati esploratori di un ambientazione che non ha alcun interesse di rendersi leggibile, comprensibile, amichevole. Sì, amichevole. Perché non bisogna dimenticarsi che Necropolis è un roguelike che deve molto a Dark Souls, almeno nelle intenzioni degli sviluppatori, s’intende.

Come dicevamo poco sopra, la città dei morti è infestata da mostri e nemici di ogni genere, elettrizzati all’idea di rendervi a tutti gli effetti un’abitante onorario del luogo che pattugliano. Procedendo di stanza in stanza, sarete puntualmente sfidati da gruppi di malintenzionati che dovrete combattere contando su buoni riflessi e, soprattutto, sulla capacità di eluderne le offensive. Scudo e schivata, come vuole la tradizione felicemente inaugurata dal team capitanato da Hidetaka Miyazaki, sono indispensabili per sopravvivere, nonostante sin dalle primissime avvisaglie risulti chiaro come il combat system sia più accessibile e accondiscendente rispetto al modello di riferimento. Avere la peggio capita, anche spesso, ma basta non sottovalutare mai le minacce per proseguire nell’esplorazione della necropoli senza accumulare troppi game over. Semmai si palesa, fin troppo presto, una cronica ripetitività di fondo, diretta conseguenza di un bestiario tutt’altro che variegato. Tra zombie, maghi e creature di ogni dimensione non mancano le soprese, ma purtroppo finiscono quasi subito, rendendo le battaglie simili tra loro già dopo un paio di partite.

[caption id="attachment_158844" align="aligncenter" width="508"]Necropolis screenshot 2 Necropolis è attualmente disponibile solo su PC, ma a breve esordirà anche su PlayStation 4 e Xbox One.[/caption]

Non è l’unico difetto. Il feedback degli scontri è spesso impreciso, rendendo difficile capire quando si è stati colpiti o quando i propri affondi sono andati a segno. Anche il sistema di controllo pecca di precisione e reattività, per fortuna solo in rari casi. Anche la gestione del personaggio ricalca l’evidente semplificazione rispetto a Dark Souls. Un rudimentale sistema di crafting permette la creazione di numerose pozioni e item. Questi, il più delle volte, donano bonus e malus sconosciuti sino al loro utilizzo, introducendo un non ignorabile fattore fortuna nel corso delle run. Armi e scudi, inoltre, non si distinguono per parametri o specifici set di attacchi, quanto per un unico valore: il grado. Ciò ha certamente il grande merito di rendere la scelta dell’equipaggiamento più semplice per i neofiti, ma finisce per appiattire drammaticamente la componente ruolistica e gestionale del gioco.

"Necropolis, inizialmente, incanta e ammalia come pochi altri roguelike hanno saputo fare in passato"

Non bisogna inoltre dimenticare che Necropolis è fondamentalmente un roguelike. Dopo ogni game over bisogna ricominciare da zero la scalata verso il fondo della città, vedendo cambiare totalmente la disposizione di stanze, nemici e quant’altro. Stratagemma utile per garantire un minimo di varietà alle partite, oltre che feature classica per il genere d’appartenenza, ma deleterio nei confronti del level design. La generazione casuale dei vari piani del cimitero rende l’esplorazione incerta ed emozionante, per certi versi, ma finisce per tramutare gli scenari in un infinita e scialba sequela di corridoi e arene. A metterci una bella pezza, il multiplayer online. Supportati da altri tre utenti in carne ed ossa, l’esplorazione, le battaglie, l’ordalia in generale diventa maggiormente piacevole, appassionante, coinvolgente. Si tratta del trucco più vecchio del mondo, sia chiaro, ma funziona e tanto basta. Creando un quartetto di intrepidi eroi, tra l’altro, il ritmo si innalza ulteriormente, annullando quasi del tutto qualsiasi tempo morto.

[caption id="attachment_158843" align="aligncenter" width="508"]Necropolis screenshot 3 I nemici possono ferirsi tra di loro. Con un po’ d’astuzia e fortuna sfrutterete questa feature a vostro vantaggio.[/caption]

Necropolis, inizialmente, incanta e ammalia come pochi altri roguelike hanno saputo fare in passato. I primi passi all’interno della cripta, tra misteriosi artefatti e assurde battute dello Sfrontato, lasciano il dolce presagio di un’avventura particolare e unica nel suo genere. Anche i combattimenti fanno ben sperare. Il combat system pretende attenzione e impegno, ma regala tanto divertimento grazie al ritmo con cui si consumano gli scontri. Persino l’esplorazione è alleggerita dall’illusione che, prima o poi, la trama prenderà corpo e forma, che il confuso pantheon di divinità e eroi, citati fugacemente dallo Sfrontato, andranno a comporre un arco narrativo appassionante e coerente.

Purtroppo Necropolis illude e delude. Dopo le prime ore, piomba la ripetitività, le tante sbavature del gameplay finiscono per notarsi sempre più. Ciononostante ci troviamo di fronte ad un roguelike dotato di carattere, comunque in grado di divertire, soprattutto i fan di Dark Souls. Rispetto alle incoraggianti premesse, le reali sembianze del gioco sono ben più umili e modeste, ma vale la pena investire qualche ora del proprio tempo per scoprire cosa e chi si cela al piano più basso della città dei morti. Non ne verrà fuori l’esperienza videoludica più indimenticabile della vostra vita, ma gli irriducibili del genere ne sapranno comunque trarre qualche soddisfazione.

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