NBA Playgrounds, come gli arcade di una volta, o quasi - Recensione

Schiacciate poderose, tiri da distanza siderale, spinte e scatti sovrumani: la recensione di NBA Playgrounds

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Schiacciate elettrificate, tiri da distanza siderale, spinte, scatti sovrumani, power-up e persino canestri da quattro punti. Sembra di essere tornati ai tempi del vecchio NBA Jam, per lo meno a quelli di NBA Street, per citare un prodotto più contemporaneo, ma NBA Playgrounds tenta di metterci del suo, proponendo qualcosa di lievemente atipico, originale, inaspettato per i canoni del genere attorno a cui ruota.

Siamo lontani anni luce dagli NBA 2K di Visual Concepts, persino le antiche iterazioni di NBA Live, a confronto, prefigurano una simulazione rigorosa, tutt’altro che accondiscendente, appesantita da numerose variabili da tenere in considerazione.

[caption id="attachment_173071" align="aligncenter" width="600"]NBA Playgrounds screenshot L’art design, come di consueto caratterizzato da avatar dalle fattezze deformate, è gradevolissimo.[/caption]

Saber Interactive ha voluto puntare sull’immediatezza, su ritmi forsennati, tramutando ogni partita di basket in un furioso concerto di azioni spettacolari, in cui conta moltissimo la rapidità con cui si impartiscono i comandi ai propri avatar, senza dimenticare che solo con un pizzico di strategia si può effettivamente avere la meglio sull’avversario.

Un po’ come nell’Ultimate Team di FIFA, al primo avvio del software dovrete aprire una serie di buste di figurine che andranno a comporre l’iniziale roster di atleti tra cui sceglierne, in base alle statistiche e al vostro stile di gioco, i due da contrapporre alla squadra avversaria di turno.

NBA Playgrounds, primo difetto del gioco, non propone molte modalità. Ci sono alcuni tornei, ma l’I.A., di avversari e compagni, si dimostra presto deficitaria; ovviamente le partite veloci; fortunatamente il multiplayer, vero fulcro della produzione, sia online, dove il matchmaking non brilla per rapidità, che in locale, naturalmente allargato sino a quattro partecipanti.

Come anticipato, sulle prime i veterani di NBA Jam potrebbero trovarsi spiazzati e disorientati da un sistema di tiro che pretende un certo tempismo, un minimo di addestramento per essere completamente domato e padroneggiato. Non è così facile segnare una tripla e anche qualche sottomano, soprattutto nei casi in cui l’area è affollata, risulterà particolarmente complicato da concludere con successo.

[caption id="attachment_173073" align="aligncenter" width="600"]NBA Playgrounds screenshot Ogni menù è di facile comprensione. In ogni caso perderete ben poco tempo tra una schermata e l’altra.[/caption]

Il tentativo fatto dagli sviluppatori, insomma, è piuttosto interessante, anche perché si interseca magistralmente con l’anima arcade che resta comunque predominante. Lavorando di squadra con il proprio compagno bisogna eludere spinte e stoppate degli avversari, gonfiando lo score a suon di tiri da ragguardevole distanza o schiacciate che violano più d’una legge della termodinamica. Bisogna gestire con un minimo di raziocinio la barra della stamina, fondamentale per esibirsi in ogni acrobazia, e quella relativa ai power-up che si riempie progressivamente ad ogni azione compiuta con successo. Bonus e malus, che implicano modifiche al punteggio, ma anche potenziamenti o handicap applicati ai vari atleti, possono sensibilmente condizionare l’andamento della gara, motivo per cui, al pari di gusci e banane di un qualsiasi Mario Kart, bisogna imparare sin da subito a sfruttarli con saggezza, aspettando pazientemente il momento migliore per attivarli.

"Poche modalità, un gameplay non proprio raffinato, un comparto grafico non impeccabile: questi sono i maggiori difetti di un arcade cestistico comunque divertente e all’altezza delle aspettative"

Anche dal punto di vista grafico, NBA Playgrounds alterna cose buone, come le animazioni, ad altre meno buone, la pulizia d’immagine e il non impeccabile frame-rate. Proprio l’essere altalenante impedisce alla creatura di Saber Interactive di ambire ad un risultato migliore. Allo stato attuale, per esempio, i 250 atleti che è possibile ottenere a furia di aprire le buste di carte sono un numero sufficiente, ma mancano all’appello mostri sacri del passato come Michael Jordan. Similmente, il sistema di progressione, legato a punti d’esperienza e statistiche migliorabili per ogni avatar sbloccato, incentiva l’utente partita dopo partita, ma le differenze, gli effettivi incrementi delle performance, sono difficili da quantificare una volta sul campo di gioco.

Poche modalità, un gameplay non proprio raffinato in certi ambiti, un comparto grafico tutt’altro che impeccabile: questi sono i maggiori difetti di un arcade cestistico comunque divertente e all’altezza delle aspettative, a patto di buttarsi a capofitto sul multiplayer, gustoso online, irresistibile in locale.

[caption id="attachment_173072" align="aligncenter" width="600"]NBA Playgrounds screenshot La soundtrack, ovviamente, abbonda di tracce Hip Hop e R’n’B.[/caption]

NBA Playgrounds è un titolo ideale e indicato solo ai fan del genere, a chi ricorda teneramente i pomeriggi passati con gli amici a giocare a NBA Jam. Tutti gli altri potrebbero annoiarsi piuttosto in fretta di un arcade che, magari solo con i futuri DLC già previsti, raggiungerà quella completezza, di contenuti e gameplay, ad oggi non proprio compiuta.

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