NBA 2K21, un inaspettato scivolone per un capitolo di transizione | Recensione
NBA 2K21 è un titolo molto più problematico di quanto potevamo aspettarci, pur confermandosi un'ottima proposta d'intrattenimento
"I giocatori risultano molto lenti, pesanti e soprattutto imprecisi"Con il controller tra le mani è stato facile notare immediatamente una grande transizione dal gameplay del passato a qualcosa di nuovo, che non è detto sia una scelta giusta: chi negli ultimi anni ha giocato a NBA 2K21 sa bene che il modo di giocare si è evoluto molto, di pari passo con l'evoluzione del gioco della pallacanestro reale. I ritmi sono diventati molto più forsennati, c'è stato un aumento del tiro da 3 punti, tanto da farlo diventare quasi un abuso, e l'isolamento delle superstar in 1vs1 col diretto avversario. Quello che sorprende, quindi, è la scelta assai inaspettata di 2K di andare a proporre un gameplay che inverte la rotta e decide di tornare indietro, praticamente agli anni '70, all'opposto di quanto abbiamo appena terminato di elencare, scollandosi completamente dalla realtà dei fatti. I giocatori risultano molto lenti, pesanti e soprattutto imprecisi. Il cambiamento più inaspettato è legato ai tiri in sé, una feature che è già oggetto di una patch correttiva: così come era stato proposto nei precedenti capitoli, è possibile scegliere se tirare con il quadrato o con la levetta analogica destra, ma la scelta è meno democratica rispetto al passato, perché questa volta la pressione del tasto è fortemente disincentivata dagli sviluppatori. Con la levetta destra la barra di rilascio è quasi uguale al passato, con il classico range entro il quale far terminare il caricamento per effettuare così un tiro perfetto.
Storia diversa, invece, per la pressione del quadrato: la barra di caricamento è completamente nuova e diventa impossibile da centrare il punto di rilascio perfetto: il risultato, per chi è sempre stato abituato a tirare con il tasto azione, è tragicomico, con giocatori come Curry, probabilmente il miglior tiratore di sempre, che chiudono con il 15% dal campo. Come già detto, visual Concept ha provato a sistemare una release difficoltosa su alcune modalità e difficoltà specifiche, ma è evidente che la scelta di gestire in questo modo il tiro non è stata tra le migliori. Come se non bastasse, lo stesso Damian Lillard si è lamentato su Twitter dei tiri che non riescono a centrare il canestro.
Ovviamente l'aspetto più interessante della carriera è poter avere attorno a noi un cast ben nutrito di attori anche di rilievo, tra cui Jessie Williams. Il concept intero rappresenta un po' il fiore all'occhiello della produzione, ma è palese che necessiti di uno svecchiamento importante, perché se Fifa dopo tre anni ha deciso di dismettere The Journey per siccità di creatività, NBA dovrebbe allo stesso modo valutare che direzione prendere per riconquistare la vitalità necessaria del concept.
Si è invece arricchito con alcune novità la modalità MyTeam, la più discussa e bersagliata delle modalità proposte da NBA 2K21 a causa delle numerose microtransazioni. La questione oramai appartiene al passato, ma tutto è rimasto invariato, quindi confermando la natura pay-per-win della modalità, che vi chiederà come al solito di creare il vostro superteam affidandovi alle carte a vostra disposizione. Tra le novità proposte in MyTeam, però, troviamo la presenza dei badge, che dovranno essere applicati alle varie carte, oltre alla modalità Limited che va ad affiancare quella Unlimited, una scalata contro avversari online utilizzando squadre con limitazioni specifiche. Nessuna novità, invece, per quanto riguarda le partite classiche online e il MyGM, che resta inviariato.
Per quanto riguarda l'aspetto grafico ci sarà da valutare poi l'upgrade che il gioco riuscirà a compiere nel momento in cui si passerà alla prossima generazione, perché spingere ulteriormente in là l'hardware di PlayStation 4 è attualmente impossibile. I giocatori, le arene, le animazioni e tutto ciò che fa da contorno ai campi da gioco è riprodotto in maniera impeccabile, rappresentando una vera gioia per gli occhi. Non vediamo ovviamente l'ora di scoprire in che modo su PlayStation 5 e su Xbox Series X avverrà un'ulteriore magia.
Facendo, invece, un riepilogo finale su quello che abbiamo potuto provare nelle nostre ore sul parquet, è inevitabile confermare che NBA 2K21 sia un titolo molto più problematico di quanto ci si aspettava: lo scivolone dal punto di vista del gameplay è abbastanza inaspettato e sorprende parecchio. Ritrovarsi dinanzi a una modifica che non ha fatto altro che peggiorare la resa dell'aspetto simulativo ci ha lasciato basiti, soprattutto a fronte del fatto che bastava confermare quanto di buono già mostrato nei precedenti capitoli ed edizioni. Per il resto il titolo si conferma un'ottima proposta di modalità e di intrattenimento, che, in attesa di una patch che possa correggere l'annosa questione dei tiri almeno, ci terrà impegnati per le solite svariate e infinite ore di divertimento.