Un Natale Stupefacente, la recensione
Un Natale Stupefacente completa la trasformazione del film di Natale da alieno che arriva una volta l'anno a scialba commedia come tante altre
La storia è tra le più familiari e concilianti possibili in linea con Colpi di fulmine e Colpi di fortuna: due zii si devono occupare di un bambino di 9 anni perchè i suoi genitori (rispettivamente la sorella di Greg e il fratello di Lillo) sono stati ingiustamente accusati di spaccio di droga. I due, sebbene abbiano vite sentimentali turbolente (mollato ma ancora innamorato della moglie uno, single senza voglia di accasarsi l'altro), dovranno fingere davanti agli assistenti sociali (Francesco Montanari e Riccardo De Filippis che sembrano girare dalle parti di Super G) di avere mogli stabili, non senza innescare doppi sensi e girandole amorose nella notte di Natale. Ci sono quindi gli equivoci, le guepierre, le provocazioni sessuali e gli scambi di persona, tutto però è quieto, all'acqua di rose e alleggerito: nessuno viene penetrato, nessuno si denuda, nessuno si fa male. Un Natale stupefacente è quindi una commedia come moltissime altre che si vedono in Italia, ripiegata sul massimo dei buoni sentimenti, affidata a qualche battuta tale solo sulla carta e senza nessuna particolarità se non la classica fattura raffazzonata e fotografia smarmellata.
All'interno di questa cornice estremamente nota si inserisce quella che dovrebbe essere la modernità, ovvero un tocco di stoner comedy già anticipato dal titolo. Nel finale infatti è abbozzato una forma di scherzo un po' più duro e spietato, che tuttavia si rivela sempre in linea con l'obiettivo di fare un film vedibile da tutti, che non offenda niente e non turbi nessuno. I fattoni di Un Natale stupefacente non sono diversi dagli ubriachi delle commediacce di anni fa (ridono un po' di più), rimangono cioè in linea con il resto dello stile del film: una versione alleggerita ed edulcorata, sbiancata e acquietata di ciò che ci fa ridere nei film americani più duri (ma anche in quelli italiani più audaci), così che anche le mamme e nonne più conservatrici possano ridere davanti a persone fatte (per errore, sia ben chiaro!) di droga.