Natale a Rio

Padri, madri, figli e buzzicozze si ritrovano in Brasile. De Sica fa il minimo sindacale, Massimo Ghini fa rimpiangere Boldi, De Luigi e la Hunziker fanno rimpiangere degli attori....

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloNatale a RioRegiaNeri Parenti
CastChristian De Sica, Massimo Ghini, Michelle Hunziger, Fabio De Luigi, Paolo Conticini Uscita19 dicembre 2008 

Tra i tanti dubbi esistenziali nella vita, una cosa è sicura: Massimo Boldi e Christian De Sica non hanno fatto un affare a separare i loro percorsi 'artistici'. D'accordo, non è che prima insieme fossero i fratelli Marx, ma l'accoppiata tra loro funzionava e dava un senso a prodotti scontatissimi. Qui, invece, la coppia che sembra ormai consolidata con Massimo Ghini continua a non convincere. Intanto, perché andare avanti a forza di giochi di parole e incomprensioni tra il professore erudito e il cafone interpretato da De Sica non sembra il massimo (anzi, ricorda il pessimo Salemme di No problem). E poi, si vorrebbe un po' più di coinvolgimento fisico di Ghini (che, oltre a "scoparsi il frigidaire", fa poco). Per il resto, Natale a Rio non dà particolari soddisfazioni, neanche a chi vorrebbe almeno trovare spunto per una recensione divertente (in questo, La fidanzata di papà dava molte più soddisfazioni). Vabbeh, vediamo cosa possiamo segnalare...

- Le pubblicità. Telefonini, aziende aeree, agenzie di viaggi, numeri utili (citati con sprezzo del ridicolo ammirevole), ma soprattutto Sky, che ospita alcuni protagonisti. Con quello che avranno pagato De Laurentiis, altro che iva...
- Le citazioni. All'inizio, sembra che si voglia andare sul moccismo acuto (guardate il nome della studentessa). Poi passiamo a un accenno di City of God e Funny Games (magari sono pazzo io, ma ogni tanto questi sceneggiatori si devono sfogare quando scrivono sempre la stessa storia), mentre alla fine si raggiunge il proprio punto di riferimento cinefilo: Striscia la notizia...
- I comprimari. De Luigi monologa per lunghi tratti (ed è insopportabile), la Hunziker andrebbe anche bene finché non tenta di recitare e sembrare commossa. E dire che se puntassero sulla comicità fisica (l'unica scena divertente è la Hunziger 'strapazzata' e in balia del suo 'partner') e dicessero un po' di parolacce andrebbe meglio. E sì, abbiamo pretese bassissime...
- I soliti doppiaggi dei comprimari. D'accordo, su alcuni attori di contorno non si vuole perdere tempo e soldi per registrarli in presa diretta. Ma neanche la Bellucci quando doppia se stessa è così atroce...
- I cactus. Per fortuna che esistono (e stanno ovunque nel mondo), altrimenti ogni anno sarebbe una gag in meno. Così come i trenini, che in questo caso vengono mischiati al voodoo e poi ai burattini con dei supporti di legno (ergo, se fate due più due e siete un po' malati ci arrivate...).
- Il fallo italiano. Un equivoco giocato sul portoghese ci sta benissimo (vabbeh, dai, un po' di sostegno). Peccato che dopo aver visto (come solito) tutti che a Rio de Janeiro parlano la nostra lingua, risulta incredibile che qualcuno non sappia l'italiano...
- Come solito, i cinepanettoni natalizi di De Sica ci vogliono dire che gli italiani sono ipocriti e bugiardi. Magari sono insegnanti di etica (ma esiste questa materia? Boh...) e hanno l'amante studentessa (a cui danno 30 e lode, of course). O magari fanno finta di voler stare con i figli, ma in realtà puntano alle zoccolone brasiliane. Nulla in contrario, ma sono trent'anni che ci mostrano queste cose. E per fortuna c'è chi parlava di 'novità'...

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