Natale con te, la recensione

La più grande fatica Natale con te la fa in quella che dovrebbe essere l'operazione più semplice di tutte: essere un film di Natale

Critico e giornalista cinematografico


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La recensione di Natale con te, disponibile su Netflix dal 17 novembre

È Natale per la comunità latina di New York e sobborghi, e come sempre nel cinema americano quando si decide di prendere di petto una minoranza non c’è un mondo diverso intorno a loro ma più un ghetto. Così anche per la superstar della musica pop interpretata da Aimee Garcia, che vive in un attico a Manhattan e ha un’assistente afroamericana e un producer afroamericano, tutto il mondo di riferimento è latino. E se lo è per lei figuriamoci per la ragazza di 15 anni con padre vedovo (una garanzia di riaccoppiamento entro i titoli di coda) la cui vita gira intorno alle origini latinoamericane!

Le due si incontrano perché la prima deve per forza comporre una canzone di Natale, anche se non ha l’ispirazione, e la seconda fa un video sui social in cui esprime il desiderio di incontrarla facendo appello alla comune caratteristica di aver perso la madre. Come in un Notting Hill copiato male (avendone visti solo dei pezzi) la star si reca nella casa piccolo borghese e scopre un padre musicista con cui comporre la sua canzone, ma anche la vita in una famiglia semplice, i veri valori e tutto ciò che la sua vita al vertice non le dà (ma che poi appena ha terminato la canzone lascia perché ok i fagioli a cena e i maglioni vivaci ma comunque lei ha un attico a Manhattan!).

C’è così poco Natale in Natale con te che è indispensabile riempire ogni inquadratura di luci, addobbi e neve che fiocca copiosa per trovare quell’atmosfera che la stessa protagonista dovrebbe cristallizzare nella sua canzone. Non la troverà il film e non la troverà lei, che comporrà una canzone generica (dal ritmo latino chiaramente e solo lontanamente natalizio), grazie ad un processo creativo che somiglia più ad una gara alla ricerca della frase più banale con il papà vedovo, già mezzo innamorato. Sarebbe confortante dire che Natale con te sarebbe potuto essere anche un buon film, ma l’impressione è che no, non lo sarebbe potuto essere. Almeno non con questa volontà, quasi nulla, di divertirsi, divertire, prendersi in giro e con questa incapacità di lavorare sul sentimento sapendo (magari) andare più in là dei primi piani a due con la calza. Magari!

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