My Little Pony: Una Nuova Generazione, la recensione

My Little Pony: Una Nuova Generazione introduce nuovi personaggi e mondi per proseguire il successo ottenuto con L'amicizia è magica

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My Little Pony: Una Nuova Generazione, la recensione

L'universo di My Little Pony ritorna con il film Una Nuova generazione, distribuito dal 24 settembre su Netflix, introducendo nuovi personaggi e mondi in grado di aprire il prossimo capitolo del franchise che possa continuare il successo ottenuto dalla recente serie tv animata che ha dato poi vita a lungometraggi spinoff e, ovviamente, a innumeravoli linee di merchandise e giocattoli.

La storia di L'amicizia è magica nel lungometraggio ha assunto i contorni di un racconto della buonanotte e nessuno crede che le avventure di Twilight Sparkle, Pinkie Pie, Applejack, Rainbow Dash, Rarity e Fluttershy siano realmente accadute tranne la piccola Sunny (Vanessa Hudgens) e suo padre. I pony, gli unicorni e i pegasi, infatti, non sono più amici e vivono in tre aree separate alimentando paure e convinzioni errate nei confronti delle altre specie. Sunny è però certa che gli unicorni e i pegasi non siano dei nemici e, nonostante dei tentativi disastrosi di convincere i suoi concittadini, sembra non voler perdersi d'animo. Tutto cambia quando entra in scena inaspettatamente l'unicorno Izzy (Kimiko Glenn) e le due decidono di intraprendere un viaggio per scoprire il motivo della perdita della magia, situazione che le porterà a fare la conoscenza della ribelle Zipp (Liza Koshy) e di sua sorella, una principessa-influencer, Ruby (Sofia Carson), mentre sulle loro tracce c'è lo sceriffo Hitch (James Marsden), l'unico amico di Sunny. Il loro tentativo di riportare l'armonia tra le specie è però ricco di ostacoli e dimostrare il potere dell'amicizia potrebbe essere particolarmente complicato a causa dei pregiudizi e del desiderio di potere che contraddistingue Sprout (Ken Jeong), il figlio della proprietaria dell'azienda Canterlogic (Elizabeth Perkins).

Il film animato diretto da Robert Cullen, José L. Ucha e Mark Fattibene non brilla per originalità e riprende tutti gli elementi che avevano decretato il successo della serie L'amicizia è magica proponendone una versione leggermente aggiornata per quanto riguarda l'approccio alle tematiche, lo stile dell'animazione e l'ambientazione. La sceneggiatura firmata da Robert Cullen, Ucha e Tim Sullivan è costruita per delineare i protagonisti e i tre mondi in cui vivono in modo da gettare le basi per una nuova serie televisiva che permetta di approfondirne la storia, pur offrendo un epilogo che possa lasciare soddisfatti gli spettatori. My Little Pony: Una Nuova Generazione riesce così a proporre un'avventura colorata e coinvolgente, ben sostenuta dalle canzoni originali firmate da Alan Schmuckler e Michael Mahler, costruita sul messaggio all'insegna della valorizzazione della diversità e dell'importanza dell'amicizia mostrando le conseguenze negative della paura del prossimo, delle incomprensioni e dei pregiudizi. Le tre specie al centro della trama pagano infatti quotidianamente il prezzo dell'odio reciproco ingiustificato, condannando chi ha una mente aperta e limitando le potenzialità della propria comunità.
La narrazione, senza particolari sorprese e seguendo lo schema ben collaudato dallo show che ha debuttato nel 2010, celebra l'importanza della collaborazione grazie a un gruppo di personaggi accattivanti e ben ideati per attirare l'attenzione della nuova generazione a cui si rivolge. Sunny risulta un mix di Belle e Luna Lovegood, con la sua natura da outsider e l'approccio positivo nei confronti degli altri, Izzy è una presenza leggera e incredibilmente estroversa, Hitch equilibra la situazione con la sua serietà e il rispetto per le regole, la principessa Zipp esce dagli schemi imposti dalla società in cui vive con un atteggiamento determinato e ribelle, Ruby incarna il fenomeno delle influencer e dei giovani che vivono usando i social media, e Sprout incarna il lato negativo delle insicurezze e del desiderio di ottenere l'approvazione dei propri genitori.
Ogni personaggio risulta ben radicato nella vita quotidiana con cui si confrontano gli spettatori di tutte le età e, nonostante il minor numero di citazioni cinematografiche e i legami con la cultura pop rispetto a L'amicizia è magica, i registi hanno inserito qualche elemento ironico che il pubblico adulto può identificare, come le locandine dei film o una trasformazione in dittatore con più di un punto di contatto con la realtà.

Il lungometraggio si muove su binari prevedibili e piuttosto scontati per quanto riguarda gli ostacoli che devono superare i protagonisti, risultando una visione piacevole, seppur poco incisiva, per chi non è più un bambino. Il mondo iper colorato, positivo e magico creato da Hasbro sembra però ancora in grado di attirare l'attenzione del proprio target di riferimento raggiungendo il proprio scopo di continuare a sfruttare, rinnovandosi solo quanto basta, il franchise anche nei prossimi anni.
Il mix di ironia, buoni sentimenti e messaggi educativi non delude e non esalta, funzionando comunque bene come capitolo introduttivo e proponendo una riflessione sul razzismo adatta ad affrontare l'argomento in famiglia con sensibilità e intelligenza.

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