My Hero One's Justice non è il non Plus Ultra per gli appassionati della serie – Recensione

Un gioco interessante giusto per gli appassionati di My Hero Academia: la recensione di My Hero One's Justice

Condividi

Prima di parlare di My Hero One's Justice, è necessaria una breve introduzione riguardo l'opera ispiratrice, perciò se siete tra quelli che guardano una volta al giorno le migliori clip dell’anime su YouTube saltate un paio di paragrafi, per iniziare a scoprire com’è il videogioco tratto dal vostro (e nostro) anime preferito.

A beneficio di chi sta continuando con ordine, sappiate che My Hero Academia è attualmente la seria animata del momento, in Giappone e nel resto del globo. L’idea di base non è del tutto originale, ma è la fusione di tanti elementi visti nei progenitori illustri dell’opera di Kohei Horikoshi (in particolare la triade Dragon Ball, Naruto, One Piece) a far sì che venga considerata da molti come candidato all’illustre titolo del “Dragon Ball per le generazioni future”.

Nel mondo, l’80% delle persone manifesta dei superpoteri, i cosiddetti Quirk. A volte si tratta di capacità inoffensive, come erogare acqua dalle mani, fino ad arrivare al possente One for All, il Quirk che detiene All Might, l’eroe più potente della Terra e Simbolo della Pace. Intorno alla sua figura ruota buona parte delle vicende e Izuku Midoriya fa il Naruto della situazione, il giovane dal cuore d’oro che, pur non possedendo poteri, aspira a diventare l’eroe più potente del mondo (l’anime è intervallato dalla narrazione dell’adulto Izuku, che nella prima puntata svela di aver raggiunto effettivamente il suo sogno). La fusione tra la tipica narrazione da shonen giapponese e l’epica supereroistica squisitamente occidentale ha generato una produzione capace di infiammare da subito il cuore degli appassionati. Parimenti, Bandai Namco non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione di pubblicare il tie-in videoludico ad opera di Byking.

[caption id="attachment_190487" align="aligncenter" width="1280"] Tutte le mosse sono riprodotte abbastanza fedelmente e sono spettacolari[/caption]

My Hero One's Justice riprende quasi pedissequamente il concetto di arena fighter sviluppato, ed evoluto, dalla serie di videogiochi dedicati a Naruto di CyberConnect2. I combattimenti si svolgono in arene nelle quali i personaggi possono muoversi in libertà, ed altrettanto liberamente scatenare i propri colpi. Non bisogna aspettarsi in alcun modo il pur minimo tecnicismo, non pensate quindi di avere a che fare con il Dragon Ball FighterZ della situazione, a livello di profondità del gameplay, inteso come studio del combat system.

"My Hero One's Justice va poco oltre il caciarone"Ogni personaggio ha a disposizione uno scatto, il doppio salto, e la capacità di esibirsi in una serie di Quirk di potenza crescente. Le mosse speciali, attivabili con due pulsanti diversi, sono quelle del manga e in alcuni casi possono essere più o meno diverse se vengono attivate in aria. Tra i moveset più complessi c’è quello di Yaoyorozu, la procace ed abbiente giovane supereroina in grado di creare oggetti dal suo corpo, che può creare tre armi diverse che hanno delle hitbox leggermente differenti. Gli stessi Quirk possono essere scatenati come mosse speciali, premendo il dorsale destro ed uno dei due tasti, scatenando delle mosse molto potenti (tra le quali il Plus Ultra, ovviamente, che infligge molti danni) che consumano un indicatore della barra speciale che si carica combattendo. Chiudono il pacchetto dedicato al combattimento dei contrattacchi, un attacco imparabile, e la possibilità di far intervenire fino a due eroi come assist in combattimento.

Purtroppo c’è uno sbilanciamento evidente dei personaggi, quelli dotati di attacchi a distanza (come Todoroki, con le sue stalattiti) sono visibilmente avvantaggiati, ma soprattutto il gioco è piagato da una gestione delle hitbox dozzinale. Detto banalmente, My Hero One's Justice va poco oltre il caciarone, non diventa un mero button mashing solo per la possibilità di parare ed effettuare gli attacchi imparabili, è aggravato anche da una certa lentezza nei movimenti e da un minimo input lag. Tuttavia, è innegabile il fascino a livello estetico. Sebbene non siamo di fronte ai livelli di pulizia e animazione di Dragon Ball FighterZ My Hero One’s Justice riesce a far bella figura, pur con alcune animazioni che a volte fanno sembrare i modelli poligonali dei personaggi dei pupazzi in movimento.

[caption id="attachment_190489" align="aligncenter" width="1920"]My Hero One's Justice screenshot Ovviamente c'è anche questo scontro, amatissimo dai fan[/caption]

Nel gioco c’è la possibilità di ripercorrere parte della storia vista nell’anime, precisamente dall’addestramento di Midoriya con Gran Torino, fino al grande scontro tra All MightAll for One visto nella terza stagione. Interessanti alcuni episodi alternativi, degli scontri creati ad hoc per il videogioco che mettono in scena dei combattimenti che nella serie animata non sono mai avvenuti, così come la possibilità di rigiocare nei panni dei cattivi una volta completata la storia.

Oltre alle partite in locale ed al multigiocatore online (i cui server sono attualmente abbastanza vuoti), My Hero One's Justice offre la modalità Missioni. Si tratta di una serie di incontri che sono ottimi anche per imparare a giocare, visto che propongono una curva d’apprendimento molto efficace. Ogni serie è ispirata ad una storyline più o meno lunga dell’anime, al termine di ognuno di questi percorsi (con tanti di bivi) è possibile sbloccare degli oggetti per modificare l’estetica dei personaggi. Questa modalità è abbastanza corposa, ed offre un livello di sfida sicuramente superiore a quella della Storia, ma siamo tutto sommato di fronte ad un modo per tenere incollati i giocatori ad un titolo che, purtroppo, pecca della solidità necessaria a farlo diventare un almeno discreto picchiaduro tie-in.

Continua a leggere su BadTaste