My Fake Boyfriend, la recensione

Commedia romantica nella cornice della più stretta contemporaneità, My Fake Boyfriend si avvale di uno sviluppo semplice e senza pretese

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La recensione di My Fake Boyfriend, su Prime Video dal 24 giugno

In un panorama in cui si tende spesso a renderla sofisticata, o veicolo per i grandi "temi", vedere una commedia romantica dalla struttura semplice e senza grandi pretese può avere un effetto quasi rinfrescante. E il caso di My Fake Boyfriend, che alla storyline legata alla stretta contemporaneità, tra app di incontri e inganni digitali, fa prevalere un confortevole e confortante intreccio sentimentale, in cui anche il fatto che questo metta al centro due uomini non è in fondo l'aspetto cruciale.

Il giovane Andrew (Keiynan Lonsdale) è fidanzato con Nico (Marcus Rosner) star della serie in cui lui lavora come stunt. È infastidito e geloso dalla fama dell’altro, dalle mille relazioni che sembra avere (o meglio, dei tanti follower che gli inviano messaggi un po’ troppo espliciti), ma, dopo averlo lasciato più volte, finisce sempre per ritornare da lui. Per far fronte a questa situazione, Il suo caro amico Jake (Dylan Sprouse), crea sui social un finto fidanzato, Cristiano, per fare ingelosire l’amante e chiudere una volta per tutte il loro rapporto.

Nel film diretto da Rose Troche (Go Fish) Andrew è il classico personaggio imbranato e sognatore, incapace di fare i conti con la realtà dei fatti: non vuole lasciare Nico, brama l'occasione della vita in una grande produzione cinematografica. Avere un fidanzato immaginario gli crea problemi quando si prende una cotta per Rafi (Samer Salem), cuoco in un ristorante che dà lezioni di cucina a dilettanti. Così, si creano tutta una serie di fraintendimenti, equivoci e situazioni imbarazzanti. Tra segreti mal celati e non detti, la cornice del mondo virtuale è lasciata sullo sfondo, le dinamiche sono quelle più prevedibili, ma qui strappano ancora qualche risata.

La dinamica che coinvolge Cristiano riguarda infatti soprattutto Jake. L’amico lo rende un personaggio perfetto, difensore dei diritti civili e degli animali, che diventa una star della rete, ottenendo sponsorizzazioni e un grande seguito. Dedicandosi completamente a lui, Jake finisce per immedesimarsi, assumerne i panni, trascurando la sua ragazza, Kelly (Sarah Hyland). Qui My Fake Boyfriend inquadra bene fino a dove la realtà virtuale può diventare credibile e illusoria nella nostra società: le palate di soldi che arrivano per Cristiano, tutte le persone (compresa la madre del protagonista) che credono alla sua esistenza. Un universo messo alla berlina ma mai con satira: il film sorride delle situazioni che ritrae con sguardo bonario, sempre con leggerezza, come ad accettare senza malessere la contemporaneità.

Perché in fondo le derive che mostra non portano a conseguenze irreparabili, e il film insegna che qualcosa di buono si può sempre imparare da queste, ricordando il valore della sincerità. L'intreccio costruisce per Andrew e Jake un percorso che li porta a comprendere se stessi e il significato del vero amore. E così, nel finale, la commedia romantica ritorna in primo piano, e My Fake Boyfriend si fa portatore di piccoli ma sinceri messaggi, smorzando tutte le asperità. Il che è per forza di cose un male.

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