Murderabilia, la recensione

Abbiamo recensito per voi Murderabilia, il primo fumetto di Alvaro Ortiz ad arrivare nel nostro Paese

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Murderabilia, anteprima 01

Il fatto che Murderabilia sia l'opera con cui Alvaro Ortiz esordisce nel nostro Paese, nonostante in patria sia attivo da circa quindici anni, ci permette di avvicinarci con sguardo vergine al suo modo di fare Fumetto.

In copertina campeggiano due gatti, i suoi personaggi sono disegnati in modo stilizzato, con gli occhi a puntino e le tavole sono colorate con tinte a pastello (anche se con tonalità desaturate): l'impressione è dunque quella di essere al cospetto di un libro illustrato per ragazzi... se non fosse per quel "murder" nel titolo e i due coltellacci presenti come fossero un elemento decorativo. Dietro la facciata si cela una storia disturbante e con diverse svolte brusche, fin dalla prime pagine, che ci rivelano situazioni e personaggi meno ordinari di quanto appaiano.

Malmo Rodriguez è un giovane aspirante scrittore che riceve in eredità dallo zio una coppia di gatti neri; alla disperata ricerca di una storia da scrivere, la troverà quando deciderà di vendere i due felini a un acquirente che vive in una baita in mezzo al bosco, vicino a un piccolo centro abitato. Il protagonista scopre che il compratore ha una strana passione, e questo lo spinge a ritardare il suo ritorno in città, alloggiando in un piccolo motel desolato. Il soggiorno accenderà una curiosità morbosa, portando Malmo a prendere decisioni che rivoluzioneranno il suo stile di vita...

Ortiz firma un racconto sorprendente, pieno di momenti spiazzanti e costruito come una scatola cinese che non aspetta altro di essere aperta per svelare gli ingranaggi narrativi nascosti sotto una patina di ordinarietà. Ogni volta che il lettore pensa di aver capito quale sia il fulcro della storia, l'autore si gioca una carta in grado di ribaltare questa percezione, fino a connettere nel finale tutti gli elementi disseminati nella vicenda.

Lo straniamento viene in qualche modo amplificato dalla realizzazione grafica di Murderabilia: le pagine hanno tra le dieci e le venti vignette, piccoli riquadri che dosano con parsimonia gli elementi trasmessi al lettore: una selezione accurata che al lettore casuale potrebbe sembrare uno stratagemma per ovviare ai limiti del tratto, ma in realtà è un aspetto fondamentale dell'opera; in questo modo, infatti, l'autore riesce a stabilire un ritmo inusuale, concedendosi di giocare con le inquadrature alternando tanti piccoli zoom.

L'umorismo caustico e la narrazione sommessa con cui vengono presentati gli eventi sopra le righe di Muderabilia non possono che incontrare il gusto di lettori dal palato fine, ma questo fumetto è un prodotto fuori dagli schemi che consigliamo senza remore e che ci ha lasciato con il desiderio di scoprire le altre opere di Ortiz.

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